16 gennaio 2021, è questa la data dell’uscita del nuovo Dpcm per la situazione Covid-19.
Tra le categorie più in difficoltà per le numerose restrizioni, c’è la classe dei ristoratori che si trovano pesantemente colpiti nell’ambito socio-economico.
Su queste premesse si base l’idea di una “protesta pacifica” come detto dal cagliaritano Maurizio Stara attraverso il suo profilo facebook per il giorno prima dell’uscita del nuovo DPCM:
“Non spengo più la mia insegna, io apro. La nostra è una protesta pacifica volta a dimostrare il nostro senso di responsabilità e la nostra capacità di rispettare e far rispettare le regole di prevenzione del Covid-19. Ai partecipanti è richiesto di accomodarsi al tavolo assegnato (non più di 4 persone per tavolo) e di rimanere seduti e composti”.
Continua sempre il ristoratore sardo:
“La mascherina andrà indossata per accedere al locale e per alzarsi per qualunque motivo. Una volta seduti potrà essere tolta, piegata e messa via. Non sarà possibile somministrare cibi e bevande, quindi consumarle in loco. Vi chiediamo di passare una mezz’ora con noi e di pubblicare un selfie con gli hashtag #nonspengopiùlamiainsegna e #ioapro taggandovi all’interno dal locale. Tutti i partecipanti verranno omaggiati con un piccolo ringraziamento d’asporto per la collaborazione. Grazie per il supporto”.
Partita in Sardegna, l’iniziativa ha presto coinvolto diversi ristoratori italiani che si ritrovano nella stessa situazione del ristoratore sardo.
Non solo in Sardegna, anche un locale nel modenese si aggiunge all’iniziativa dichiarando: “Da venerdì 15 (compreso), 50mila ristoratori apriranno in tutta Italia a pranzo e cena in barba a qualsiasi Dpcm illegittimo. I ristoratori hanno deciso di alzare la testa e tornare a vivere. Apriamo la nostra attività rispettando il distanziamento e le norme anti covid”.
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