Palermo – Per alcune magliette scattò il raid punitivo
Il blitz al Borgo Vecchio. Per alcune magliette scattò il raid punitivo.
Gli ultrà rosanero furono scippati di bandiere e sciarpe da quelli del Nola. La vendetta era pronta ma sfumò per colpa di un semaforo.
Nell’ordinanza Resilienza 2, i retroscena dell’inchiesta a Borgo Vecchio, dalla gestione dei club rosanero al pizzo in nome della musica.
La mafia dietro le vendette degli ultras.
Un raid punitivo sfumato causa semafori contro i tifosi del Nola, rei dello scippo di bandiere.
Il controllo totale dei boss e i favori per entrare allo stadio: «Paga la curva, ti metto in tribuna».
Questo il titolo del Giornale di Sicilia, oggi in edicola.
L’articolo di Connie Transirico sottolinea alcuni aspetti dell’inchiesta Resilienza 2 che giovedì ha portato all’arresto di 12 persone. In particolare si ricostruisce un episodio del campionato scorso che vide gli ultras del Palermo vittime di un agguato da parte di quelli del Nola in occasione della trasferta in terra campana nell’ottobre 2019.
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Quel giorno i tifosi del Nola rubarono sciarpe, magliette e bandiere ai tifosi rosanero in trasferta e li esposero poi allo stadio come cimeli. Un’onta da vendicare e su cui, si legge sul giornale, sarebbe intervenuta anche la mafia di Borgo Vecchio trasformando l’evento sportivo in questione d’onore. Ed era pronta la vendetta, nella gara di ritorno, nel gennaio 2020. Ma il progetto sfumò per colpa di un semaforo che scattò in anticipo vanificando la resa dei conti.
Nell’articolo anche la lettera-chiarimento di Jhonny Giordano, l’affare biglietti e quello sui concerti dei cantanti neomelodici.
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