Cancellare la sconfitta rocambolesca ma meritata di Monopoli, reagire ad una beffa quanto mai giusta e dare credito alle parole di Filippi in una conferenza di vigilia rabbiosa, sono stati gli ingredienti, nonchè gli obiettvi, a fare da contorno ad un pomeriggio soleggiato al Renzo Barbera. Dentro, invece, Palermo e Vibonese. Due squadre agli antipodi che hanno regalato tutto tranne che una partita di calcio nel corso del primo tempo. Il Palermo, che può ancora trovare la chiave del 7° posto, è entrato in campo molle, quasi rassegnato ad una classifica che salvo miracoli non potrà regalare soddisfazioni alla fine di questa stagione altalenante.
Primo tempo Horror
Se nella prima frazione di gioco esisteva una squadra che meritava di scrivere 0-1 sul tabellino, quella era la Vibonese, certamente più pericolosa sopratutto nell’ultimo quarto d’ora, quando i rosanero di Filippi hanno letteralmente dovuto stringere i denti per tenere lo 0-0. Per i siciliani, si conta infatti soltanto la timida occasione al 5′ capitata sulla testa di Luperini che indirizza però male e manda la sfera 4 metri lontano dai pali difesi da Marson. Il resto, ha parlato di una prima frazione molle, noiosa, brutta davvero. Ciò che è balzata di più agli occhi è stata, oltre alla mancanza del bomber Lucca, un antidoto vero per sopperire ad essa.
Senza piano B e con un Lucca che…non c’è
Il vuoto di alternative che è stato un po’ l’incubo di questa stagione, l’assenza di un piano B capace di scardinare le difese avversarie. E oggi, senza l’uomo che ha siglato 13 gol in stagione, questo limite è schizzato alle stelle. 30-40 cross, ma per nessuno, visto che Rauti, chiaramente acerbo nel ruolo di prima punta, è riuscito ad avvitare il pallone soltanto una volta. Nessun gioco verticale, nessuno sfondamento centrale. Tanta prevedebilità, come Silipo che quasi a memoria cerca di rientrare e inventare qualcosa, ma con scarso successo, Valente che arriva sul fondo ma poi manca nell’ultimo passaggio e De Rose, che quasi rassegnato è costretto ad allargare il gioco senza alcun risultato. Possesso sterile e più lento di un pradipo. E così, è difficile far male anche ad una formazione che ne ha vinta 1 nelle ultime 20. Il problema della prima metà di gara, non è stata tanto la scelta di giocare sulle fasce, accettabile quando si gioca contro una formazione chiusa, quanto la velocità di esecuzione nel fare ciò.
Secondo tempo migliore
Il secondo tempo, migliore quanto meno sul piano dell’atteggiamento e della velocità del gioco, ha regalato più emozioni. Anche se lontani da un calcio brillante e da una partita da ricordare, i secondi 45′ sono stati più vivi e questa volta, per merito della squadra di Filippi. Come detto un gioco più veloce, cambi da una fascia all’altra con più convinzione, ma sempre tanti cross sui quali Rauti fa una fatica termenda. Al 57′ arriva l’occasione migliore per il Palermo con Valente che a tu per tu con Marson cerca uno scavetto rivedibile; sulla ribattuta del portiere è arrivato il sinistro al volo di Santana parato letteralmente dal centrale difensivo ospite. Sarebbe rigore, ma il direttore di gara fa proseguire.
Sciupone come ai tempi di Boscaglia
A seguire, un Palermo padrone del campo che si espone ai contropiedi avversari. Come al 65′, quando su una situazione di 3 contro 2 Accardi salva i suoi con una scivolata decisiva. Poco prima fuori Silipo (decisamente una bocciatura per lui) e dentro Floriano e al 71′ dentro Kanoutè per Santana. I cambi, non sortiscono gli effetti sperati e la partita diventa piatta come lo è sempre stata (o quasi). Soltanto un episodio avrebbe potuto sbloccarla, ma non è mai arrivato. Così gli ultimi 20 minuti di partita sono sostanzialmente come i primi, disperati e intrisi di traversoni da un binario all’altro senza raggiungere la gloria. Al 73′ è stato Accardi a tentare il jolly da fuori con una conclusione pericolosa che è finita 1 metro e mezzo sopra la traversa. Nemmeno Floriano, sul rotto della cuffia, riesce a metterla dentro da due passi con la testa, esaltando la parata di Marson che ha salvato il risultato proprio sul finale di gara.
L’episodio che non c’è. Playoff, venite voi!
L’episodio non è più arrivato e lo 0-0, scritto forse già a fine primo tempo per come si erano messe le cose, è soltanto il film di una stagione pazza, monotona. Sia prima con Boscaglia, che adesso, con Filippi. Un pari che condanna, quasi, alla mediocrità, che non blinda i playoff e che fa tutto vedere fuorchè un futuro rosa. Un match talmente facile da analizzare, perchè come tanti visto più e più di una volta. Una gara uguale a quella dell’andata, quando i rosanero giocarono in modo identico e chiusero con un pari a reti inviolate. Centrare i playoff è l’obiettivo minimo e adesso non più così scontato come due settimane fa dopo la trionfante trasferta di Caserta, dove sembrava che qualcosa fosse cambiata. Se potessero parlare, quegli spareggi, sarebbe bene chiedere a loro di avvicinarsi, giusto perchè i rosanero non rischino di chiudere una stagione grigia, in una fallimentare.
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