La partita tra Palermo e Foggia non fa che portare alla mente uno scontro, quello del 1989, giocato in un rovente pomeriggio di Giugno al “Provinciale” di Trapani. Uno spareggio che allora premiò i satanelli. Oggi le due squadre ambiscono solo al miglioramento della loro posizione per i play-off, ma quella volta in palio c’era la serie B.
A ricordarlo il recordman di presenze con la maglia rosanero Roberto Biffi, che sul Giornale di Sicilia, racconta quella gara da ex ma non in campo:
“Ogni volta col Foggia è sempre stata una partita importante, ma quella è una delusione che porto ancora dentro, perché la saltai per squalifica. Col senno di poi, mi dispiace veramente tanto non aver giocato. Se avessimo vinto, saremmo andati in B noi. Anche il Foggia, però, era una signora squadra, allenata da Caramanno che l’anno prima aveva vinto in C2 proprio col Palermo“.
Quello di oggi però è uno scontro diretto totalmente diverso:
“È una partita da play-off, ma il campionato del Palermo non è stato soddisfacente. Le prestazioni sono altalenanti, però alla fine si sapeva che sarebbe stato un torneo difficile. Non dimentichiamoci che il Palermo arriva dai dilettanti. Le difficoltà ci sono e le hanno provate sulla loro pelle. Un anno di transizione può essere comprensibile, bisogna capire quali siano le intenzioni per il prossimo anno“.
Occorre mantenere viva la speranza per i play-off?
“I play-off sono un campionato a parte. Ricordo ancora quelli del mio ultimo anno a Palermo: siamo stati primi fino alla penultima giornata, quando perdemmo col Giulianova e la Fermana ci passò. Ai play-off ci eliminò il Savoia, che di fatto era già in vacanza perché era settimo in classifica, ma venne comunque ammesso dopo i disordini di Castel Di Sangro-Nocerina, giunte a pari punti con loro. Il Savoia, da settimo, venne promosso in B. Dipende molto da come ci arrivi, ai play-off. Non è un discorso di caratura tecnica o di posizionamento in classifica, infatti penso che il Palermo probabilmente farà vedere di
che pasta è fatto, qualora dovesse arrivare ai play-off. Anzi, ci arriverà sicuramente”.
Filippi in panchina, una svolta?
“Parlo da allenatore, non da tifoso o addetto ai lavori. Ho fatto il secondo a Piccioni al Botev Plovdiv, in Bulgaria, nella stagione 2009/10. Lì mi chiesero se fossi disposto a continuare io il suo lavoro, dato che volevano esonerarlo. Mi rifiutai categoricamente, per rispetto nei confronti di una persona che ha creduto in me e per una questione di educazione a livello sportivo.
Non so e non voglio sapere cosa sia successo nel Palermo, perché non mi riguarda e l’unica cosa che mi interessa è che il Palermo faccia bene. Però, secondo me, non è che Filippi
abbia cambiato qualcosa sotto l’aspetto della gestione della squadra. L’andamento è stato altalenante con Boscaglia e lo è con lui. Per me, ci sono errori strutturali che vanno al di là del discorso tecnico”.
Tra gli esempi…
“Penso qualcosa a livello di spogliatoio, penso al caso Saraniti, alla lite tra Kanoute e Almici… c’è un po’ di tensione. Da fuori non possiamo sapere cosa sia successo, ma da ex
frequentatore di spogliatoi penso che qualcosa non funzioni. Magari perché prima certi giocatori avevano sempre spazio e ora qualcuno è stato estromesso, questo può creare
malumori. Ma lo dico sempre da esterno, non posso sapere cosa succede dentro”.
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