Aimo Diana oggi è alla guida del Renate, ma non dimentica i trascorsi da calciatore. Tra questi quelli con la maglia del Palermo, con cui si è tolto grandi soddisfazioni. L’estate scorsa il tecnico era stato anche accostato alla panchina rosanero, poi un nulla di fatto. Adesso si trova al quarto posto del Girone A di Serie C e proverà a conquistare il salto di categoria tramite ai play-off.
Aimo Diana sul Palermo
L’attuale tecnico del Renate, in un’intervista a Footballnews24, si è espresso sul momento del Palermo. “Dispiace però la realtà è che per ritornare ai fasti di una volta ci vorranno tantissimi anni, tante squadre sono ripartite dalla Serie D e stanno arrancando ancora in Serie C. Al Sud ci sono piazza importantissime che giocano perchè sono anni che provano a risalire invano. Il Palermo avrà bisogno di una proprietà molto forte che riesca a fare investimenti importanti e non è nemmeno detto che risali subito. Il Palermo alla fine è al primo anno in Serie C, lo scorso anno era in Serie D. Quest’anno hanno fatto esperienza per essere più competitivi il prossimo anno. Stesso discorso per il Bari che l’anno scorso ci è andato molto vicino. Solo il Parma ultimamente ha centrato il triplo salto di categoria dalla D alla A. Il campionato di Serie C è difficile, paradossalmente è più facile vincere il campionato di Serie B. I play-off sono un terno al lotto”.
Il passato in rosanero
“Palermo – ha raccontato Diana – è stata un’esperienza bellissima perchè, al di la che era una terra bellissima, si viveva veramente bene. Eravamo una squadra di alto livello, un tridente d’attacco formato da Miccoli, Amauri, Cavani, avevamo Guidolin allenatore. Terminammo il campionato al quinto posto, a pochi punti dalla Champions. Peccato, ma onestamente è stata la squadra più forte in cui io abbia giocato perchè era fatta di talenti veri, lo stesso Bresciano, Simplicio a centrocampo, Corini, Grosso, Barzagli, Zaccardo. Una squadra piena di talento”.
E sugli esoneri di Zamparini: “Non è stato semplice, più che altro a volte ci mettevamo nei panni dell’allenatore che a volte, per colpe non sue, si trovava a perdere il posto. Era un dispiacere perchè spesso non si riusciva nemmeno ad entrare in sintonia con il nuovo tecnico che veniva mandato via. Però sapevamo chi era il nostro presidente, gli allenatori erano consapevoli di chi fosse Zamparini. Ha sempre fatto il massimo per noi calciatori, poi è chiaro che come ogni presidente doveva fare delle scelte, a volte le ha fatte bene, altre le ha fatte male. Mettendo in difficoltà l’allenatore, metteva in difficoltà noi, non si sapeva mai chi ci avrebbe allenato il martedì”.
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