Palermo-Teramo , la sfida di Santoro, centrocampista alla Marchisio, che a 10 anni era già in rosa.
Cresciuto nella scuola calcio di Borgo Nuovo, ha vinto uno scudetto con la Primavera.
Il padre: “Sarebbe bello rivederlo in rosanero”.
A valorizzarlo è stato Tedino che dopo averlo avuto a Palermo lo ha voluto anche nella sua
esperienza abruzzese.
Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola.
L’articolo di Fabrizio Bertè sottolinea come la sfida con il Palermo non possa mai essere una “gara come tutte le altre“. Di mezzo emozioni, ricordi, e lo sguardo puntato al futuro.
Ritornare a vestire la maglia rosanero, con un Barbera nuovamente pieno, potrebbe essere il sogno di Simone Santoro, che nel vivaio del Palermo è cresciuto ed ora, lo ritrova nuovamente, dopo la prima di campionato, come primo avversario ai play-off.
Il primo gol subito dai rosanero nel ritorno tra i professionisti è stato proprio il suo, nel match d’esordio, dove ha brillato, così come al ritorno al “Barbera”, dove il Teramo ha racimolato un prezioso pareggio.
Lui è figlio d’arte, suo padre Francesco ha giocato una vita tra i professionisti facendo le fortune di Leonzio, Turris e non solo. Simone è nato a Messina, proprio perché in quegli
anni suo papà giocava a Barcellona Pozzo di Gotto nell’Igea Virtus.
“Ma abbiamo sempre vissuto a Palermo – racconta papà Francesco a Repubblica, ex difensore centrale – Simone è cresciuto nella scuola calcio di Borgo Nuovo, il quartiere dove abitiamo, ma già a 10 anni lo ha voluto il Palermo. Diciamo che vedendo me e ascoltando i miei racconti il suo amore per il calcio è nato in maniera abbastanza naturale, anche se io non gli ho mai imposto nulla. Gli ho sempre ripetuto che ciò che conta è divertirsi, ma con serietà e professionalità. Lui è sempre stato un ragazzo con la testa sulle spalle e al Palermo è cresciuto incredibilmente grazie ai tanti tecnici che ha avuto nel settore giovanile“.
Come dimenticare lo scudetto vinto con la Primavera del Palermo o quella Viareggio Cup persa in finale con la Juventus; in quella competizione Santoro si è distinto: 4 reti realizzati in 35 gare, che gli sono valse il titolo di miglior giovane del torneo.
“L’anno più formativo per lui è stato sicuramente l’ultimo al Palermo in cui ha fatto la spola con i “grandi” – afferma il papà – L’allenatore Bruno Tedino lo aveva ormai aggregato in pianta stabile e stravedeva per lui, tanto che poi lo volle al Teramo l’anno dopo“.
Poi il premio più grande con il raggiungimento della nazionale giovanile, totalizzando 26 partite.
Questa stagione in C può esser definita una consacrazione: 31 gare e 3 gol, compreso quello ai rosanero. C’è chi azzarda il paragone con Claudio Marchisio, per caratteristiche espresse in campo, ma il padre mantiene i piedi per terra:
“Ha le caratteristiche di una mezzala a tutto campo ma deve lavorare ancora tanto e migliorare con impegno, passione e serenità. Simone è nato col pallone tra i piedi e da piccolissimo si divertiva assieme a suo fratello Carlo, con cui sono praticamente coetanei. Ecco, di lui mi piace il fatto che ha mantenuto esattamente lo stesso spirito di allora“.
Con il pensiero alla gara di domani, il cuore rimanere diviso tra il Palermo e il figlio per cui propenderà ovviamente il tifo del padre : “Ovviamente faremo il tifo per Simo – conclude Francesco – e spero possa disputare una grande partita. E poi, in futuro, mai dire mai. Di certo sarebbe bello vederlo di nuovo con la maglia rosanero e portare in alto i colori della nostra città“.
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