Finale di Coppa Italia – Le lacrime di Rossi, Miccoli e Liverani in panchina. Era evidente che era la fine…
29 maggio 2011, forse il giorno più esaltante dell’era Zamparini e forse anche quello che segnò la fine di un’epoca, di un matrimonio fra città e presidente. Legame che aveva toccato livelli altissimi per poi sprofondare indegnamente in pochissimo tempo. E non per colpa della città. Quei trentamila e più rosanero che quel giorno invasero Roma, mai avrebbero pensato di assistere all’ultimo atto di un periodo d’oro, pensavano il contrario. Pensavano che quella finale, quell’entusiasmo, erano l’inizio di un periodo ancor più esaltante. Ma non avevano letto bene tra le righe. Eravamo ovviamente presenti a Roma ma non eravamo a Piazza di Spagna o a Piazza Navona a vedere lo spettacolo dei tifosi palermitani che avevano colorato la capitale, accompagnati dall’affetto e dall’appoggio dei romani contro l’odiata Inter. Insomma a intonare cori rosanero erano palermitani e romani: uno spettacolo.
Finale Coppa Italia – Ma avevamo scelto di non esserci perché avevamo intuito qualcosa e vedere tutta quella passione e quell’amore che da li a poco sarebbe stato tradito, era triste, tristissimo. Avevamo scelto di attendere la gara passeggiando su un prato verde di mattina e chiusi in hotel nel pomeriggio. Perché c’era aria di smobilitazione, di conflitto fra il presidente, l’allenatore e qualche giocatore. E la conferma arrivava leggendo le formazioni: Miccoli e Liverani in panchina erano un’offesa alla dignità della loro carriera anche perché chi li sostituisce (Hernandez e Acquah), erano due baldi giovincelli che fino a quel momento in campionato non avevano impressionato per niente.
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E’ evidente che era una decisione presa dall’alto, che le lacrime di Delio Rossi a fine gara erano la testimonianza di un rapporto che non poteva proseguire e di ingerenze oltre il lecito consentito. Ed infatti il Delio va via così come gran parte della squadra: Sirigu, Pastore, Cassani, Nocerino, Bovo, Darmian, Liverani, Kurtic, Carrozzieri e poi Pinilla. Al loro posto però arrivano Mauro Cetto, Aguirregaray, Zahavi, Labrin, Mehmeti, Alvarez e Vazquez nella sessione invernale. L’inizio della fine, avevamo intuito bene… Ecco perché quella finale evoca brutti ricordi e non per il risultato finale…
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