Il presidente del Palermo Dario Mirri è intervenuto in conferenza stampa per affrontare tantissime tematiche. Ai giornalisti presenti e alla città tutta, il patron rosanero ha reso pià chiaro il quadro sul futuro del club, sul capitolo cessione e bilancio attuale. Poi uno sguardo anche alla parte tecnica con il futuro del tecnico Filippi in primo piano. Ecco le sue dichiarazioni:
Questione allenatore
“La risposta parte da una domanda, che riguarda la difficoltà di individuare scelte assolute in termini tecnici. Se riteniamo che Filippi abbia fatto bene allora ci sono pochi dubbi sul confermarlo o meno. Lo scorso anno di questi tempi fino ai primi di agosto eravamo convinti che Boscaglia fosse il miglior allenatore a disposizione. È eccellente, lavora brillantemente da anni. Eppure qualcosa non ha funzionato. Il calcio non è semplice da interpretare. È oggettivo che non abbia fatto bene, mentre Filippi lo ha fatto. La difficoltà nello scegliere è condivisibile”.
“Il consenso popolare credo sia dalla parte di Filippi. Tra sei mesi tuttavia potrebbe perdere una partita e diventare come Boscaglia dopo la Viterbese a febbraio. Chiunque criticava la scelta della società di assumere Boscaglia, ma ragionare a posteriori è facile. In società non c’è gente che si diverte a sbagliare. Deve esserci onestà intellettuale nell’ammettere quando si fa giusto e quando si sbaglia. Con Boscaglia non è scattata la scintilla tale per cui la squadra lo seguiva e lui seguiva la squadra. Filippi, invece, c’è riuscito. Nessuno, però, poteva immaginare che Filippi facesse oltre due punti di media a partita. Dietro la Ternana ci sarebbe stato il Palermo. Non possiamo dire, però, che sia il miglior allenatore del mondo. I risultati che ha portato sono evidenti”.
“La squadra ha fatto benissimo e ne siamo orgogliosi. I play-off nazionali erano uno degli obiettivi stagionali. Il sogno era la promozione e ci siamo andati vicini. Con l’Avellino ce la siamo giocati alla pari. Filippi è stato bravo a raccogliere l’eredità di Boscaglia e a fare bene. Abbiamo iniziato a parlare con il mister e continueremo a farlo. Dobbiamo capire quali sono i suoi progetti e quelli della società. Il mio giudizio è che ha dimostrato di avere le capacità per essere l’allenatore del Palermo”.
Nuovo progetto
“Il progetto del Palermo è quello di tutte le altre squadre: vincere il campionato di Serie C. I primi di agosto del 2018 De Laurentiis si è aggiudicato il Bari, con una capacità economica e tecnica smisurata, e dichiara che subito andranno in Serie A. La squadra è uscita ai play-off come noi, seppure investendo un grande capitale. Noi faremo una squadra per vincere, come faranno le altre. Le grandi piazze che affronteremo continueranno a cercare di vincere. Non ci sono però formule assolute per farlo. Tra il dire e il fare ci sono tanti elementi. Il progetto è quello di raggiungere la promozione, ma il pallone è rotondo. Quest’anno ci siamo andati vicini e sono molto soddisfatto”.
“Eravamo una neo-promossa con mesi di inattività, abbiamo rivoluzionato una squadra. Quest’anno ci saranno altri 7-8 giocatori nuovi. Dobbiamo vivere il presente, non il passato. Il Palermo non deve andare in Serie A perché ha una piazza e uno Stadio importante. Nessuno di questi elementi può influire. Dobbiamo lottare nel presente. Voglio condividere un patto di unità con la città, che deve stringersi attorno alla squadra soprattutto quando si perde. Quando la squadra ha vince il tifo era da Champions League, poi era tutto da buttare. La squadra però era sempre la stessa. L’unica differenza tra Boscaglia e Filippi sono stati i risultati. L’obiettivo è fare una squadra che ci renda orgogliosi e tenti di vincere il campionato”.
Nuovi investitori
“Il recesso divenuto in questi giorni esecutivo ha accelerato un processo di rifinanziamento. La mia famiglia e Di Piazza ha fatto un grande sforzo sottoscrivendo un impegno di 10 mln e rispettando la piazza. Non è sempre così. Tanti progetti in questa città non si sono realizzati. Il Palermo arriva a giugno 2022 con le risorse destinate. Stiamo cercando nuovi soci già da tempo. Il Palermo è una casa di vetro”.
“Non abbiamo mai pensato di risolvere il problemi della città per tutta la vita. Siamo stati i suoi fondatori. Il primo anno è stato di trionfi perché era un dovere vincere, nel secondo tra i professionisti abbiamo fatto fatica ma il campionato si è risolto con brillantezza. Palermo non è una piazza come quelle di società da poco cedute. Al Sud c’è poco. Il Palermo ad oggi è la prima società calcistica siciliana e poco tempo fa non esisteva. Questo deve renderci orgogliosi e speranzosi. La speranza è che arrivi un’opportunità di investimento. Io e Di Piazza stiamo facendo di tutto. Tony ha fatto delle verifiche negli Usa ma nessuno è andato oltre i primi colloqui. Lavoriamo e speriamo di risolvere il problema al più presto”.
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