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Edoardo Soleri, punta cosmopolita: infanzia a Palermo e i primi calci a Rio

Il calcio, come la vita, delle volte offre degli incroci particolarmente curiosi, e questo Edoardo Soleri lo sa bene. Il centravanti del Palermo ha avuto un impatto importante con la realtà rosanero, riuscendo a risultare decisivo nelle prime tre apparizioni ufficiali con i siciliani. In Coppa Italia l’attaccante si è procurato il rigore del temporaneo 2-0, alla prima di campionato contro il Latina ha siglato il raddoppio dei siciliani, e nel derby col Messina una sua zampata ha permesso al Palermo di raggiungere il pari.

Un impatto importante in termini di reti, ma non solo. Il ragazzo in queste prime settimane ha evidenzato tanta caparbietà ogni volta che è entrato in campo, mettendo in mostra doti interessanti e parecchia voglia di mettersi in gioco. A quasi 24 anni Edoardo Soleri probabilmente è consapevole che ha ancora una carriera davanti, ma Palermo rappresenta indubbiamente un treno da non lasciarsi scappare. La storia del ragazzo in fondo è ricca di intrecci, di treni da non perdere e di quella nota cosmopolita che forse riesce a spiegare bene la caparbietà messa in campo dal giocatore ogni volta che viene chiamato in causa dal tecnico Filippi.

LA PUNTA COSMOPOLITA

Edoardo Soleri infatti nasce a Roma il 19 ottobre 1997, ma non resterà nella Capitale per molto. Per motivi di lavoro la sua famiglia si trasferirà in Argentina, precisamente a Buenos Aires, ancora più nel dettaglio nel famoso quartiere chiamato “Palermo”. Questa è solo la prima delle coincidenze, intrecci e ritorni suggestivi che fanno parte della storia del ragazzo. Il calcio, infatti, era palesemente nel suo destino. Dopo il soggiorno argentino la famiglia si trasferisce in Brasile, a Rio De Janeiro, dove un giovanissimo Soleri ad appena quattro anni inizia a dare i primi calci ad un pallone sulle meravigliose spiagge carioche. Il calcio su quei granelli di sabbia non è solo uno sport: è vita, voglia di riscatto e di emergere. Le stesse componenti che porteranno un non ancora adolescente Soleri al ritorno in Italia, a soli 10 anni.

Da lì a qualche tempo l’attaccante entrerà nelle giovanili della Roma, sua città natale, dove dimostrerà tutta la garra e la voglia di emergere tipicamente sudamericana. Con la Primavera giallorossa le reti saranno 53 in 80 apparizioni ufficiali, il che permetteranno un precocissimo esordio in Champions League contro il Bate Borisov, quando sulla panchina capitolina sedeva Rudi Garcia.

LA CONSAPEVOLEZZA DI SOLERI

La vena cosmopolita dell’attaccante non si fermerà di certo col ritorno nella sua città natale. Dopo l’exploit con la maglia della Roma, infatti, Soleri ricomincia a viaggiare il mondo giocando in Spagna, Olanda e Portogallo, senza però trovare mai la propria definitiva consacrazione. Del resto lo stesso attaccante è consapevole che finora tra i professionisti non ha dimostrato il suo reale valore: “Sono un ragazzo consapevole delle proprie qualità, però non sempre riesco a farle vedere. Sto cercando di lavorare giorno dopo giorno al massimo per farmi sempre trovare pronto”. Così ha dichiarato Soleri dopo la partita tra Messina e Palermo, e chissà quante altre volte ha ripetuto nella sua testa “posso e devo dare di più”.

Perché quando viaggi da un confine all’altro del mondo, quando sei figlio della cultura sudamericana del sacrificio, ciò che ottieni non basta mai e lavori sodo per avere sempre di più. Chissà che Palermo, la città siciliana, non risvegli per ragioni di omonimia la garra sudamericana nata nel giovane attaccante quando ha iniziato a muovere i primi passi a… Palermo, ma dall’altra parte del pianeta.

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