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Roberto Anelli

Tra musica, Roberto Lipari e black humor. Intervista a Roberto Anelli

Un’intervista a tutto tondo tra musica e comicità, l’incontro e l’esperienza lavorativa con Roberto Lipari e il tanto discusso black humor. In un’intervista concessa in esclusiva ai microfoni di TifosiPalermo.it, Roberto Anelli ripercorre la propria carriera da comico fin dai suoi albori, tracciando alcuni dei suoi riferimenti artistici e delineando le proprie prospettive future.

Innanzitutto presentati: di dove sei, cosa fai nella vita e qualunque cosa importante da dire su di te.

“Sono nato e cresciuto a Palermo, mio padre palermitano invece mia madre è di Alcamo. Classe 1986, ottima annata direi. Nasco come musicista, ho iniziato a suonare pianoforte classico per poi passare ai gruppetti con le band. Da questa esperienza ho fondato la mia band comica, i ‘Paolo Sinagra & the Willies’, e lì ho conosciuto in uno dei concerti Roberto Lipari. Da qui è cominciato il mio sodalizio con Roberto, e dal 2016 in poi ha avuto il via l’esperienza come autore comico insieme a Ignazio Rosato per lui”.

Ci sono tantissime band che portano avanti questa ibridazione tra musica e comicità. Tu hai qualche riferimento in particolare?

“Io sono amante di questo genere, amo i gruppi italiani come ‘Squallor‘ e ‘Elio e le Storie Tese‘, così come gli internazionali come Frank Zappa. Mi piace il connubio tra musica e comicità, nei miei spettacoli metto spesso infatti canzoni comiche mie. Grazie a questa esperienza ho conosciuto Roberto Lipari e poi da lì ho iniziato a scrivere anche solo comicità senza musica”.

Che cos’è per te la comicità?

La comicità è una magia che riesce a riportare fuori un istinto primordiale umano. La risata quando è di pancia è un istinto, non può trattenersi. Spesso infatti si presenta in situazioni imbarazzanti come a scuola o ad un funerale. Riuscire a suscitarla è esattamente come fa un mago con un trucco di magia. L’unico scopo è quello: fare ridere”.

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La comicità però non innesca solo la risata, ma a volte fa anche riflettere: è il caso del tanto discusso black humor. Come mai questo genere dà così fastidio malgrado faccia ridere?

“Proprio per questo fatto dell’istintività della risata. Il black humor fa ridere perché si basa fondamentalmente su tabù, quindi quando suscita una risata la gente vede questa e si indigna: perché pensa che non dovrebbe ridere, esattamente come quando si ride ad un funerale“.

La risata deve essere fine a se stessa o deve scaturire questo genere di riflessione nel pubblico?

“Secondo me possono coesistere entrambe. Pensiamo a Charlie Chaplin: alternava sketch in cui si rideva in modo fine a se stesso, e altri in cui si rifletteva moltissimo come ‘Il grande dittatore’. Esistono entrambe le cose, l’unico scopo alla fine è la risata. Poi è questione di gusto”.

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Quale comico del passato, o anche odierno, ti fa piegare in due dalle risate?

“Io sono molto amante della stand-up americana. Uno che mi fa morire dalle risate è Demetri Martin, poi ovviamente c’è Jerry Seinfeld che è un altro mostro della comicità americana. Per non dimenticare lo stesso Louis C.K., mi piace veramente molto la comicità inglese/americana”.

In Italia manca una tradizione di comici così taglienti?

“Magari mancano così taglienti, ma se parliamo di stand-up allora gli americani non si sono inventati nulla, perché parliamo di monologhisti. Se dobbiamo fare esempi di monologhisti che abbiamo avuto noi, che a volte sparavano pesante in modo leggero, abbiamo Pino Caruso in Sicilia, oppure Massimo Troisi“.

Poco fa accennavi al fatto che sei tra gli autori di Roberto Lipari, che a breve inizierà la sua avventura come conduttore di Striscia La Notizia. Come mai secondo te questo programma ama così tanto i siciliani?

“Per citare Pino Caruso: «In Sicilia abbiamo tutto, è il resto che ci manca». In Sicilia abbiamo questa voglia di prendere tutto con una risata, con chiunque parli in giro è sempre pronto a farti una battuta. Ci alleniamo talmente tanto nella vita che poi arriviamo a diventare naturalmente comici. Far ridere un pubblico di siciliani secondo me è difficilissimo”.

“Quest’anno io mi sto dedicando un po’ di più ai miei monologhi e alla mia comicità, stiamo scrivendo un secondo film con Roberto Lipari, insieme a Ignazio Rosato e Paolo Pintacuda. Ma a Striscia La Notizia farà l’autore solo Ignazio Rosato, io faccio il tifo per loro, che rappresentano un po’ la mia Nazionale”.

“Noi quando è arrivata la notizia di Striscia La Notizia con Roberto e Ignazio ci siamo abbracciati, perché è come ricevere un premio alla carriera per quanto si è seminato. Sono davvero molto contento”. 

Dove ti vedi tra dieci anni?

“Nell’ipotesi in cui resto vivo… (ride, ndr) mi vedo all’attivo con almeno tre o quattro spettacoli e un po’ di gente che mi vuole bene, che viene alle serate perché ride”.

Segui il Palermo?

“Io purtroppo adesso non seguo più di tanto il calcio, lo seguivo una decina d’anni fa. Il trio più bello che io abbia mai visto giocare è stato quello Ilicic-Pastore-Miccoli, col quale ho vinto una stagione online col Palermo su Fifa. Nessuno ovviamente lo sapeva, adesso l’ho confessato a tutto il mondo. Quella squadra mi faceva divertire tantissimo”.

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