Il futuro del Palermo appeso alla guerra tra Mirri e Di Piazza
Rosanero, derby Mirri-Di Piazza per la vendita.
Il presidente: “I contatti con il fondo con sede a Londra proseguono ma tutto dipenderà dal
sequestro o meno delle quote societarie”.
Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola.
L’articolo di Valerio Tripi sottolinea come, riprendendo le parole del presidente Mirri “..per andare avanti si aspetta il pronunciamento del tribunale sulla richiesta di sequestro conservativo dei beni presentata da Tony Di Piazza”. Insomma la trattativa per la cessione societaria procede ma è inevitabile che abbia subito un rallentamento dalla richiesta dell’ex vice presidente. Di Piazza ha chiesto una liquidazione di 11,9 milioni di euro ed il sequestro dei beni di Hera Hora: una cifra quasi del doppio rispetto ai 6 milioni versati dall’italo americano che deteneva il 40% delle azioni della società rosanero.
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Al di là della cifra (11,9 milioni), il tribunale deve decidere sul sequestro conservativo dei beni di Hera Hora che di fatto sembra essere la variabile che blocca la trattativa. Il giudice (Salamone) si pronuncerà nei prossimi giorni. Il presidente ammette che la banca d’affari Lazard sta continuando a tenere vivi i rapporti con gli investitori ma è evidente che chiunque prima di definire una trattativa vuol vederci chiaro e molto dipenderà dall’esito della sentenza di Catania. Un eventuale sequestro o provvedimenti simili, potrebbero mandare tutto all’aria.
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La colpa è del duo mirri e sagramola che con arroganza e presunzione non hanno reso partecipe delle scelte societarie l’italoamericano pur sapendo benissimo che senza il suo 40% non avrebbero mai vinto il bando per acquisire la società.