Luca Moro, bomber del Catania si è espresso così: “Non so se giocherei mai nel Palermo”. Le dichiarazioni dell’attaccante di proprietà del Padova sono arrivate in seguito ad un’intervista in diretta di Gianluca Di Marzio sul proprio profilo Instagram. Ecco di seguito le dichiarazioni complete.
Il derby ed il futuro
“Non so se giocherei mai nel Palermo, ma noi siamo professionisti. Se ci sono entrambe le squadre che chiedono di me, scelgo quella in cui sono già stato. Se invece non fosse così, sarei disposto ad andare in una rivale perché per me è lavoro. Catanesi, vi aspetto numerosi domenica“.
L’idolo di Moro e la scelta del club
“Il mio idolo è Lewandowski, che ringrazio per il video che mi ha mandato. È un modello per me anche a livello personale, perché fa tutto al massimo. Mi piacerebbe giocare il mondiale con la nazionale, è il mio sogno nel cassetto. Non so se arriverò a giocare il prossimo, ma quello nel 2026 è l’obiettivo che ho in testa. A fine stagione faremo i conti. Lucca e anche Bianchi per me sono degli esempi: dico sempre che voglio fare come loro. La Serie C ti avvicina al tifoso, o alla squadra che ha certi obiettivi. Ti valorizza, perché ti rende libero di esprimere il tuo calcio”.
L’attaccante ha poi aggiunto: “Baldini ha fatto in modo che cambiassi modo di giocare, perché adesso guardo più la porta e devo esser pronto ad attaccare la profondità. Prima invece ero un po’ meno improntato verso la porta. Un altro a cui sono affezionato è Centurioni, che mi ha fatto capire che è importante anche ripiegare per aiutare la difesa. Il mister decide chi va in campo, ma per me non ci sono problemi a giocare in coppia con Sipos. Non ho mai messo avanti il mio interesse al suo, perché o io o lui dobbiamo segnare. Il numero che ho scelto è lo stesso di Spinesi, ma la verità è che volevo il 9. Spero comunque di superare il suo record: quello del maggior numero di gol fatti con il Catania in una singola stagione”.
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Certo dopo tutti gli anni giocati a Catania sarebbe un problema. Ma va fatti na suppa…
C’è ne faremo una ragione