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Palermo, dal “professor” Baldini: stile, idee, probabile formazione e ruoli

Abbia inizio l’era Baldini, il 3° allenatore della proprietà di Dario Mirri, in 3 anni. Una buona media, che certo non è paragonabile a quella del suo predecessore (Zamparini). Con l’ex allenatore di Catania, Empoli e Brescia, tra le altre, inizierà un nuovo capitolo fatto di idee nuove, di esperienza. I tifosi (e anche noi) si aspettano novità dal punto di vista della comunicazione, ma anche dei moduli. Forse è presto, ma ripercorrendo le passate esperienze dell’allenatore classe 1958, possiamo ipotizzare una sorta di probabile formazione. Sicuramente, le idee saranno poco più chiare quando lo sentiremo parlare (lunedi 27 dicembre la presentazione) e in seguito ai primi allenamenti con la squadra.

Il 4-2-3-1 è un credo calcistico per Baldini. Lo ha utilizzato spesso nelle sue esperienze passate ed è quello che lo ha portato ai risultati migliori, come la promozione ottenuta con L’Empoli nella stagione 2000-2001. Apprezzato anche il 4-3-3, che spolverò a Catania e in situazioni di emergenza. Poi si sa, l’allenatore bravo è quello che sa far coesistere il modulo alle caratteristiche dei giocatori. E’ difficile, per questo motivo, capire quale scacchiere utilizzerà a Palermo. Se volessimo azzardare una “struttura”, diremmo che il modulo (peraltro di Boscagliana memoria) potrebbe essere il 4-2-3-1.

Ruoli e interpretazione: a scuola da Baldini

Allenatore vecchio stampo, di quelli che “chi sbaglia paga”, uno che dice le cose in faccia, senza scrupoli. Un uomo d’altri tempi e, forse, d’altro calcio. Lontano dal calcio fatto da dirigenti falsi e procuratori tuttofare, Baldini è stato educato a ben altra scuola di pensiero: l’atteggiamento deve fare da padrone in ogni gara, la testa deve funzionare forse più delle gambe. Un gioco offensivo, perchè è sempre meglio fare 50 metri in avanti che 30 indietro. Con lui in panchina proviamo ad ipotizzare dei ruoli e la loro interpretazione tattica:

Pelagotti sarà il portiere (in generale, ma non contro il Messina per squalifica, al rientro in campo); a lui potrebbe essere richiesto un ruolo importante ad inizio azione, di stare molto alto e di giocare la palla dal basso. I due centrali potrebbero essere Marconi e Perrotta, quelli che hanno offerto le prestazioni migliori fin qui. I terzini potrebbero essere Almici a destra e Giron a sinistra. I due centrocampisti De Rose (che nessuno forse in questo momento lascerebbe in panchina) e Luperini: uno più bravo coi piedi (anche incontrista) e l’altro a dare fisicità in mezzo al campo. I 3 uomini offensivi potrebbero essere Valente da un lato (figlioccio del tecnico ai tempi della Carrarese), chiamato ad una doppia fase estenuante, e Floriano dall’altro, con compiti più offensivi. Mentre Silipo, potrebbe essere il trequartista alle spalle dell’unica punta Brunori. All’ex Roma potrebbe essere lasciata tanta libertà di movimento e fantasia, visto che è lui il giocatore di maggior talento della rosa. A Brunori, compiti più spiccatamente offensivi ma anche di ripiegamento.

Un modulo e tanti dubbi: l’alternativa è il 4-3-3

Se è vero che il 4-2-3-1 è il modulo preferito del nostro “vulcanico” Silvio Baldini, c’è tuttavia da chiedersi se questo sia lo scacchiere adatto per la rosa del Palermo. Al momento mancherebbero sicuramente degli esterni, laddove in assenza di Floriano, non ci sarebbero alternative valide, visto l’abbassamento di Almici e Giron (che non hanno caratteristiche offensive). A centrocampo, tanti uomini dovrebbero essere sacrificati, a partire da Dall’Oglio per finire ad Odjer. Insomma al momento, potrebbe esserci un desiderio frenato. Ma sono ipotesi, chiaramente.

L’alterativa potrebbe essere il 4-3-3? Stessa formazione presentata poc’anzi ma con la variazione Dall’Oglio, a fungere da mezz’ala. Via il trequartista e dentro sempre Valente a sinistra e Floriano a destra dell’attacco a 3. Il 4-4-2 raramente è stato utilizzato in carriera dall’allenatore, ma chissà: Brunori e Fella prime punte, accompagnate dall’apporto dei centrocampisti centrali (De Rose-Odjer) e dai due esterni (Valente da un lato e Almici dall’altro, con Accardi basso a destra e Giron a sinistra).

Niente regola del “serve tempo”

Moduli, tattiche, ipotesi. Sicuramente Baldini vorrà lavorare anzitutto sulla testa. Far crescere alcuni calciatori (soprattutto i più giovani) e responsabilizzare, se possibile ancor di più, i più “vecchiotti”. Far capire che non esiste una sola fase, che per vincere serve sacrificio, sudore. E Baldini è stato preso per vincere, come è chiaro anche dal suo contratto: fino a giugno e rinnovo automatico in caso di promozione. Insomma o tutto o niente. Il che significa che ci sarà subito da lavorare, che il tempo non sarà molto e che l’allenatore dovrà subito farsi capire dai suoi calciatori. Perchè questa volta la regola “del serve tempo” non sarà più credibile.

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