Trajkovski: “Torno a Palermo e sfido gli azzurri”
Mancini vuole andare ai Mondiali? Battere la Macedonia del Nord non sarà facile e io mi sentirò come se fossi a casa.
Adesso gioco in Arabia Saudita ma seguo i rosanero. Ricordo ancora quei miei tre gol
segnati al Francavilla.
Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola.
L’articolo di Salvatore Geraci si concentra sul ritorno di Trajkovski a Palermo, da avversario. L’ex rosanero giocherà infatti con la sua Macedonia nella sfida contro l’Italia di mister Mancini al Renzo Barbera, il prossimo 24 marzo.
Dopo aver militato per poco più di tre anni a Palermo, il centrocampista classe ’92 ha giocato in Spagna, Danimarca e, attualmente, veste la maglia dell’Al-Fayha, squadra del campionato arabo guidata da Vuk Rasovic. Il ritorno a Palermo, e in Italia generalmente, rappresenta per Trajkovski un desiderio che si realizza, proprio alla luce di ciò che la Sicilia gli ha lasciato dentro durante gli anni in rosanero.
“La Sicilia mi è rimasta dentro e Palermo mi ha fatto innamorare della vita, dei cibi di strada, di atmosfere particolari, della gente – ha dichiarato il macedone –. Mia moglie Sandra è legata a quel periodo e mio figlio Matej, “u picciriddu” – aggiunge nostalgicamente – è nato a piazza Fonderia, nella clinica di fronte al porto. Questi sono ricordi incancellabili”.
Nonostante il forte attaccamento all’Italia, però, Trajkovski ha scelto di fare tappa in Arabia Saudita. Decisione poco sofferta dovuta al fatto che, a detta dell’ex rosanero: “Mi volevano a tutti i costi perché mi ritenevano indispensabile”.
“Dopo il crollo del Palermo – spiega Trajkovski – sono stato in Spagna per mantenere
un adeguato livello europeo ed era tutto meraviglioso. Si respirava l’aria di Mondello. Ho atteso fino all’ultimo, invece, per firmare con l’Al Fayha, sperando arrivasse qualche offerta italiana”.
“Quando ho letto la notizia sulla morte di Zamparini – continua – non volevo crederci. Il presidente mi ha aperto le porte di uno dei campionati più importanti dandomi la possibilità di giocare in un club ricco di tradizioni. Gliene sono sempre grato. A Palermo mi sentivo un re: un’estate, infatti, invece di rientrare in Serbia, sono rimasto a Mondello. Ero molto felice lì con la mia famiglia. Quando ho saputo che avremmo giocato al Barbera, lo ero ancora di più. Ci aspetterà uno stadio pieno che sarà da stimolo per noi. Mi sentirò a casa”.
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