Catania vicino al baratro, Mancini tenta in extremis ma ancora niente rogito
L’imprenditore ha versato solo 200mila dei 375mila euro necessari per il club,
la parola passa adesso al tribunale che sembra avere esaurito la pazienza.
Il patron in pectore arrivato ieri in città si è diretto nello studio del notaio ma non ha ancora
presentato le garanzie necessarie
Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola.
L’articolo di Alessandro Vagliasindi sottolinea come quello che si sta vedendo a Catania assomiglia ad un film grottesco, dove le scene sembrano slegate le une dalle altre. Come il comportamento di Mancini che non si presenta lunedì, giorno dell’atto davanti al notaio e del versamento dei 375mila euro (saldo per l’acquisto del club) ma atterra a Catania il giorno dopo con in tasca un assegno circolare da 200mila euro a garanzia della stipula dell’atto. Nessuno sa cosa gli passa per la testa.
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Da un mese a Catania se ne sono viste troppe: problemi tecnici, bonifici mai arrivati, vari rinvii del rogito: tutti elementi che sembrano aver fatto perdere la pazienza al Tribunale che insieme ai curatori fino alle 20 di lunedi’ scorso aspettava Mancini e ora potrebbe decidere la revoca dell’esercizio provvisorio e dunque la fine del Calcio Catania. Insomma con la nota diffusa in serata sembrava imminente la fine, ma ieri il colpo di scena con Mancini che ha fatto emettere un assegno circolare da 200mila euro intestato alla procedura fallimentare, comunicato e documentato alla curatela fallimentare che lo ha riferito al tribunale etneo. Oggi si cercherà di capire quali decisioni saranno prese mentre la squadra continua a lavorare in attesa delle ultime 4 gare di cui 3 in casa che potrebbero consentire l’accesso ai play off. Ma che senso ha parlare di campo per una società il cui nuovo potenziale proprietario già annaspa per soddisfare le condizioni minime di affidabilità?
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