In casa Palermo sono state ore caldissime, ed ora Silvio Baldini in conferenza stampa sta rassegnando le proprie dimissioni.
Ecco di seguito le parole del tecnico toscano.
Le parole di Baldini
“Ieri hanno tentato di farci desistere dalle dimissioni. Il presidente mi ha detto che era impensabile andassi via e gli ho detto che se era un presidente vero, con la tua proprietà mi avresti dato la possibilità di creare un gruppo giusto. Se questo non lo fanno, e non mi sento al centro e non posso mantenere la promessa di andare in Serie A non ci sto. Non voglio un anno di transizione, voglio giocatori entusiasti per andare in Serie A e per riempire lo stadio con 40mila tifosi. La mia forza è avere un gruppo, non solo la squadra, ma anche il popolo partecipe alla partita, non solo spettatore. Il tifoso ha buttato dentro il pallone, come con l’Entella”.
“Se io voglio andare in Serie A non posso rimangiarlo. Vivo di emozioni, i miei giocatori vivono con un lavoro basato sui sogni, arrivano a capire che quel sogno si può realizzare con la loro anima. Se non hai l’anima dei giocatori ti scordi gli obiettivi. Noi grazie a questo siamo arrivati in Serie B. Devo ringraziare Mirri di avermi fatto venire qui, non ce l’ho con nessuno devo solo dire grazie. Sarò sempre tifoso, poi andrò in curva se verrò a vedere il Palermo”.
“Il problema non è il mercato, è la mancanza di fiducia. Ero circondato da malcontento, da tutti, magazzinieri, staff, calciatori. Se volevano tempo, è sbagliato, perché nel calcio non c’è tempo. L’anno scorso ero al centro del progetto e sono riuscito a creare il gruppo con Castagnini, eravamo solo noi due. Il Presidente è stato fantastico mi ha sempre appoggiato, e mi ha detto che era con me, meglio di lui non potevo trovarlo. Ora centravanti sono diventato terzino, ed è difficile far gol. I giocatori, per loro sono stato l’Allenatore, non è presunzione. L’allenatore prima considera l’uomo e poi il giocatore, invece spesso succede il contrario. Io ho sempre considerato prima l’uomo. Qualche giorno fa Silipo, io gli dico allenati, per te stesso a prescindere dalle richieste. Perché io considero prima l’uomo. Ognuno sa l’importanza che ho dato loro. Nessuno veniva escluso a prescindere di chi giocava, anche quelli che hanno giocava meno. Tutti venivano allenati”.
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