Palermo, da qui alla fine sarà un campionato di lotta e di governo
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Quando, all’ottantanovesimo minuto di gioco, Matteo Brunori mette in porta un pallone apparentemente innocuo fissando il punteggio sul tre pari, si capisce che, da qui alla fine della stagione, vedremo un Palermo di lotta e di governo.
Nella trasferta del Curi, i rosa ci hanno fatto, nell’ordine, svegliare dal torpore post-natalizio, disperare, sperare, sprofondare nelle tenebre, quindi risorgere e, infine, godere.
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Siamo tifosi del Palermo, siamo geneticamente strutturati per gestire la sofferenza sportiva, anche se a tutto c’è un limite. Al fine di non impattare eccessivamente sul servizio sanitario nazionale, e quindi sulle tasche dei contribuenti, sarebbe il caso che i rosa prendessero una china diversa: non chiediamo di vincere il campionato, ma nemmeno di armarci di ramazza e di spazzare via gli avanzi lasciati dagli altri.
Questa è una squadra che si applica, con gli strumenti che ha. In un’ipotetica classe di liceo rappresenterebbe lo studente tipicamente volenteroso, che la sfanga in greco e latino, ma che necessita di ripetizioni di matematica e fisica.
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Ad ogni modo, il pareggio di ieri è un bicchiere pieno per tre quarti, forse addirittura traboccante, se considerata la piega che aveva preso la gara nel primo tempo.
Ripartiamo da qui: da un pareggio in rimonta, da un mercato in fieri e da una salvezza ancora da conquistare, prima di dilettarci in ragionamenti ulteriori.
(Roberto Rizzuto)
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In effetti a proposito del bicchiere a tre quarti non riesco a capire se considerarlo a 3/4 pieno o vuoto nel senso che se è vero che che non perdiamo da sei giornate è anche vero che che nelle ultime sei partite siamo riusciti a vincerne una soltanto di partita. Bilancio ?