Palermo – L’occasione perduta dei rosanero che non sono mai diventati grandi
La qualificazione è stata mille volte alla portata. Ora c’è bisogno di maggiore calore anche da parte della proprietà.
Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola, nell’editoriale di Massimo Norrito.
L’articolo sottolinea come la tifoseria non può essere contenta che il Palermo ha solo centrato l’obiettivo di inizio stagione e cioè la salvezza perché nello sport ci vuole sempre avere il più possibile, nello sport non bisogna mai essere sazi. E che venerdì sera il Palermo fosse sazio non può essere preso in considerazione. La verità è che la partita col Brescia è stata la sintesi di una stagione in cui il Palermo più volte ha dimostrato di non essere cresciuto fino in fondo.
Obiettivo salvezza centrato, obiettivo consolidamento forse no.
Squadra fragile e con poco carattere…
La parola crescita è quella che più di ogni altra ha usato lo stesso Corini che riteneva come la sua squadra fosse cresciuta e che attendeva dal campo la conferma di questa sensazione che aveva ricevuto in allenamento. Una conferma che però non c’è mai stata perché ogni volta che c’era da fare il salto di qualità la squadra ha tradito. È vero che Corini ha dovuto assemblare in fretta una squadra non sua però alla lunga è mancato quel qualcosa in più e se la crescita c’è stata da un punto di vista tecnico sicuramente lo stesso non è avvenuto da un punto di vista caratteriale, che a volte è l’aspetto più importante. Il Palermo ha dimostrato di essere una squadra fragile e con poco carattere, ha fallito diversi match ball e nonostante tutto è stato sempre li. Poi ha sciupato l’occasione più importante venendo giustamente punita dal gol della Reggina al 95′.
“Una squadra da potenziare se si vuole la A”. E se lo dice lui…
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Sono emerse tutte le lacune perché sei dei problemi di carattere si è già parlato bisogna aggiungere che alcuni giocatori chiamati a dare quel contributo importante si sono rivelati insufficienti. Questa delusione deve far riflettere: c’è chi dice che sono attese rivoluzioni, ma non sul piano della guida tecnica, rivoluzioni che dovrebbero portare la società ad essere più sotto il controllo della City Group ma lo stesso City Group deve assicurare forse più impegno economico e soprattutto di cuore, assicurare alla tifoseria prospettive ambiziose degne di una piazza che ha molte diversità rispetto a tutte le altre squadre del gruppo. Una piazza che riesce a portare allo stadio 33.000 persone ha bisogno di avere maggiore calore e partecipazione da parte della proprietà e non certo di una fredda mail di incoraggiamento.
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