Costruttori di gioco insieme in campo, adesso si ritroveranno contro in panchina.
Sampdoria–Palermo non è solo una sfida che mette in palio punti pesanti. A Marassi oggi va in scena anche un singolare incrocio tra gli allenatori. Andrea Pirlo sarà squalificato, in panchina andrà il fidato vice Roberto Baronio mentre per il Palermo ci sarà regolarmente Eugenio Corini. I tre sono tutti ex registi di centrocampo, nati nella provincia di Brescia e cresciuti nella Leonessa, compagni di squadra nel 1994/95, quasi trent’anni fa, con le Rondinelle.
Per anni il
Brescia ha lanciato tanti talenti. E molti dei meriti erano di Roberto
Clerici, maestro che li ha scovati e allenati nella
Voluntas, club giovanile legato al
Brescia. Scomparso a 75 anni nel 2018, Clerici ha scoperto tutti e tre: prima Corini da Bagnolo Mella, classe 1970, poi Baronio da Manerbio (1977) e Pirlo da Flero (1979). Tanti gli elementi in comune fra i tre bresciani, a partire dall’esplosione precoce che li ha por-
tati a diventare stelle dell’Under 21 azzurra con cui si sono laureati campioni d’Europa, Corini nel 1992, Baronio e Pirlo nel 2000. Età diverse ma i tre hanno giocato insieme pure con la maglia del club della loro terra. L’annata fu sfortunata: nel 1994/95 il Brescia arrivò ultimo in Serie A con soli 12 punti, peggior risultato nell’era dei tre punti a vittoria. Corini, dopo le esperienze al di sotto delle attese con Sampdoria e Napoli, tornò a casa per rilanciarsi da titolare.
Ma quell’anno, il tecnico Adelio Moro nelle ultime giornate diede spazio anche alle due stelline della Primavera. Baronio debuttò il 23 aprile 1995 in Bari-Brescia 3-0, schierato al fianco di Corini e collezionò 5 presenze. Pirlo esordì il 21 maggio 1995 in Reggiana-Brescia 2-0, entrando all’80’ al posto di Schenardi: a 16 anni e 2 giorni diventò il più giovane debuttante in A nella storia del club. All’epoca Pirlo agiva da trequartista. La svolta da regista con il ritorno a Brescia nel 2001, con l’intuizione di Mazzone che gli cambiò la carriera. Davanti alla difesa, Andrea diventò il Maestro, uno dei più forti di sempre nel ruolo, superando gli altri due bresciani.
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