Sono tanti oggi i fattori che più o meno hanno contribuito a partorire una classifica, quella dei rosanero, al di sotto delle aspettative. La poca lucidità sottoporta, la difficoltosa lettura dei momenti della partita, la carenza di mentalità e di aggressività che ha più volte spianato la strada per la rimonta agli avversari. E tra queste, più in generale, c’è in particolare un dato che deve far riflettere moltissimo: il Palermo ha raccolto soltanto 4 punti contro le prime 8 della classifica.
Forse meritava qualcosa in più
Numero troppo basso per una squadra che nelle intenzioni vorrebbe arrivare quanto meno in 4° posizione. Per di più, i 4 punti ottenuti sono arrivati soltanto tramite pareggi: quelli contro Catania, Catanzaro, Ternana e Bari. Poi soltanto sconfitte contro Foggia, Teramo, Turris e Avellino. Se volessimo più a fondo analizzare queste partite, diremmo che al Palermo non è andata poi così bene: contro i pugliesi i 3 punti erano alla portata come aveva dimostrato ampiamente il primo tempo e l’inizio del secondo, se non fosse stato che il gol “flipper” al tramonto dei primi 45 minuti avesse messo in salita il match. Anche contro gli etnei sono due punti persi più che uno guadagnato: Saraniti poteva chiudere la gara già al 43′ quando davanti al portiere ha sparato la palla in curva Sud. E’ andata invece bene contro il Catanzaro, ma il rapporto dice che 3 partite su 4 potevano essere vinte e non pareggiate.
La classifica è giusta
Le sconfitte, invece, sono tutte sonore tranne quella casalinga contro la Turris. Non c’è stata storia contro Teramo, Avellino e Foggia. Le prime due figlie di un Palermo ancora con la testa al mare più che sul campo e l’altra, frutto di una parentesi nel bel mezzo di buone prestazioni. Se abbiamo sommariamente ricostruito un po’ il film delle 8 gare disputate contro l’elite del girone C, ci tocca pure affermare che la realtà continua pur sempre a recitare 4, sui 24 punti che erano a disposizione. Un dato che accentua un problema di mentalità non indifferente, ma sopratutto che conferma l’obiettività e la correttezza della classifica. La squadra di Boscaglia evidentemente tanto vale?
Adesso il provino e un’altra formazione diversa
E’ solo il girone d’andata, per carità, ma non è troppo poco per cominciare a tracciare una linea, nè un cerchio definitivo per condannare definitivamente. E infatti adesso viene il bello o il brutto tempo: 3 delle prossime 4 partite vedranno i siciliani affrontare Teramo, Ternana e Avellino rispettivamente sesta, prima e terza della classe. Un provino, non certo decisivo, ma fondamentale per capire dove il Palermo può arrivare in questa stagione. E se a inizio stagione c’era pure l’attenuante della poca conoscenza tra i calciatori da un punto di vista psico-tattico, adesso non ci sarebbero più scuse a giustificare prestazioni deludenti o, ancor peggio, risultati scadenti. La squadra si conosce, un’idea di gioco c’è, ma tantissimi calciatori continuano a non dare il meglio delle loro potenzialità (vedi i vari Crivello e Lancini nell’ultima gara casalinga).
Il risultato, siamo convinti, sarà la 20° formazione diversa schierata dal tecnico Boscaglia in altrettante gare. Ipotizziamo infatti, che potrebbero esserci dei cambi addirittura in difesa (questa quasi mai cambiata negli ultimi tempi). Tolta la gara contro il Potenza, anch’essa complicata, le altre potrebbero sembrare dunque quasi un tabù. Starà al Palermo dimostrare il contrario e cominciare a guadagnare punti con le “grandi”. Alla pari del Palermo, piccola chicca, c’è la Roma in Seria A: solo 4 punti conquistati contro le prime 6 del campionato.
Il mercato “sta zitto”
Nel frattempo, dal mercato tutto tace, sembra non muoversi una foglia. Da quello che ci risulta continua ad essere viva la pista Di Gaudio, ma potrebbe morire da un momento all’altro. Forse un interesse per Nicola Rigoni, mentre il nome di Crimi continua a bazzicare poco concretamente. Troppo poco, ma tant’è: la dirigenza spera che qualcosa cambi da dentro.
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