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Palermo, Giacomo Filippi porta la classe operaia dei “mister” in paradiso

Giacomo Filippi, nuovo allenatore del Palermo, ha portato in paradiso la classe operaia degli allenatori. Il ruolo del vice-tecnico è un mestiere sporco, spesso poco esposto alla luce dei riflettori, che tendono a soffermarsi su quanto fatto dal primo allenatore.

Malgrado ci sia questo modo di vedere il calcio, il ruolo dell’allenatore in seconda è sempre stato e sempre continuerà ad essere fondamentale. Talvolta, anche se non sempre, colui che imprime le strategie tattiche vincenti alla squadra è proprio il vice. Questa figura serve ad equilibrare le competenze all’interno dello staff tecnico. Se il primo allenatore, per esempio, è uno zemaniano puro il secondo sarà più attento a curare la fase difensiva.

Naturalmente questa divisione arbitraria non rispecchia la realtà in tutto e per tutto, ma può aiutare a cogliere il significato generale del ruolo del vice-allenatore.

Giacomo Filippi, grazie alla vittoria rimediata nell’ultimo derby del Palermo contro il Catania, ha continuato a solcare una tradizione italiana in voga negli ultimi anni, che consiste nel dare fiducia in caso di difficoltà al secondo allenatore in panchina.

LE ESPERIENZE PALERMITANE

Palermo, soprattutto negli anni con Maurizio Zamparini, è stata piena di casi di questo tipo. Il primo ricordo in tal senso l’ha lasciato Renzo Gobbo, quando venne nominato allenatore dei siciliani insieme a Rosario Pergolizzi.

Gobbo era già all’interno dello staff tecnico palermitano, in quanto vice-allenatore di Francesco Guidolin. Il suo esordio da primo sulla panchina rosanero avvenne nella vittoriosa trasferta di Livorno dell’aprile 2007, gara conquistata dai siciliani per il risultato di 2-1. Naturalmente Gobbo non durò molto, come quasi ogni allenatore sotto le grinfie di Zamparini, e già il 13 maggio di quello stesso anno tornò a fare l’allenatore in seconda.

PRIMA VIVIANI, POI BOSI

Meriterebbe poi un libro a parte la storia che concerne il mancato arrivo definitivo di Guillermo Barros Schelotto nel capoluogo siciliano. Il patron Zamparini aveva scelto l’argentino come nuovo allenatore nel gennaio del 2016, ma a causa di noie burocratiche con la UEFA era necessario aspettare un po’ di tempo prima di tesserarlo ufficialmente.

Ragion per cui fu prima chiamato in panchina l’ex collaboratore tecnico di Iachini, Fabio Viviani, e poi il tecnico della Primavera Giovanni Bosi insieme a Giovanni Tedesco. Tutte queste esperienze non risultarono vincenti, con Schelotto che alla fine decise di abbandonare le lungaggini europee per continuare ad allenare in Argentina.

E ALLA FINE BORTOLUZZI

Una vita da secondo, poi il Palermo. Così potrebbe essere riassunta la carriera di Diego Bortoluzzi, eterno vice tecnico nelle sue esperienze al Palermo, Parma, Udinese, Verona e Swansea. Poi, dopo l’ultima esperienza da primo allenatore che risaliva al lontano 2006 sulla panchina del Treviso, nel 2017 Zamparini lo nomina allenatore dei siciliani, sperando in una salvezza ormai veramente ardua da conquistare.

La retrocessione in quell’annata non è stata evitata. Però Bortoluzzi ha ottenuto comunque ottimi risultati: in sette partite sono arrivate tre vittorie, due pareggi e due sconfitte, raccogliendo un’ottima media punti di 1,5 a partita. Malgrado il buon finale di stagione dell’ex vice rosanero, Zamparini non lo confermerà preferendogli Bruno Tedino.

PALERMO, MA NON SOLO

Non solo Giacomo Filippi col Palermo, la Serie A infatti è piena di allenatori in seconda che hanno iniziato a fare la loro fortuna da tecnici della prima squadra.

Siniša Mihajlović, per esempio, ha svolto due anni di apprendistato sotto Roberto Mancini sulla panchina dell’Inter, prima di spiccare il volo verso Bologna e poi Catania. Senza dimenticare Ivan Juric, a lungo secondo di Gianpiero Gasperini anche al Palermo. O ancora Luca Gotti sulla panchina dell’Udinese dopo una lunga gavetta da collaboratore tecnico di Chelsea, Parma, Cagliari, Bologna e non solo.

Giacomo Filippi, dunque, ha portato in paradiso la classe operaia degli allenatori. Come lui tanti altri hanno conosciuto la gavetta vivendo all’ombra di un primo allenatore che, una volta esonerato, hanno saputo sostituire al meglio. Nella speranza che Filippi possa riportare persino il Palermo in paradiso.

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