Serie C : quanti presidenti avranno voglia di iscriversi in queste condizioni?
Quanto è difficile andare avanti senza soldi: il governo dimentica i ristori per il calcio, ma il calcio…
Questo il titolo di un interessante editoriale di Ivan Cardia su TuttoMercatoWeb che analizza la difficile situazione economica delle squadre di serie C e dei loro Presidenti che hanno dovuto fronteggiare una stagione difficile a causa del covid e dei mancati guadagni.
L’articolo prende spunto dalle parole del presidente Ghirelli che ha chiesto ristori per la serie C : “Abbiamo evitato il peggio applicando il protocollo sanitario e rispettando le regole. Ora spero che il governo Draghi intervenga assicurando ristori”.
Ma il Governo finora è sembrato sordo alle richieste del calcio mcome di altri sport, dal basket in giù. Ma tornando alla serie c, si lege nell’articolo di Cardia:
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Giusto chiedere soldi ma…
Andare avanti senza soldi è difficile, quasi impossibile. È come essere in apnea. Il plauso ai presidenti della nostra Serie C, chi più chi meno, è doveroso. Il tema è come arriveranno alla prossima stagione, quanti avranno voglia di iscriversi in queste condizioni: lo vedremo tra un po’. A un certo punto sarebbe anche il caso di riconoscere che l’impegno per far rotolare il pallone, in un anno nel quale società che di fatto stanno a metà strada tra il professionismo e il dilettantismo hanno dovuto sostenere pressoché gli stessi oneri di quelle che giocano in Champions, non è stato portato avanti per diletto ma perché ha una sua utilità pubblica.
E che, esattamente come tutti gli altri settori, il calcio è un’attività produttiva del nostro Paese che non merita di essere dimenticata. Da Conte a Draghi, la musica sotto questo profilo non è molto cambiata, anzi se possibile è peggiorata. C’è un contraltare, però…. il calcio non s’aiuta al suo interno, prima di tutto. Se le società di Serie A, tutte prese dai propri problemi e dai propri bilanci barcollanti, ignorano quelle delle serie inferiori, è lecito che a Palazzo Chigi e dintorni ci si chieda perché ci debbano pensare loro. In altri Paesi un minimo di solidarietà c’è stata. In Italia, questa sconosciuta.
Però, sottolinea l’articolo, il calcio, che giustamente chiede soldi, è lo stesso calcio che ancora non ha prodotto ne presentato una riforma e se il prossimo anno inizierà con gli stessi format precedenti sarà roba di un altro mondo. Ed è un problema di tutti non solo della C. E’ giusto chiedere soldi ma è anche il caso di offrire prospettive e garanzie per un futuro diverso. Perché il Covid ci ha stesi, ma ci eravamo già arrivati zoppicanti.
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