L’edizione odierna de Il Mattino di Avellino riporta le parole di Salvatore Vullo, ex difensore di Palermo, dal 1973 al 1978 (in mezzo un prestito all’Olbia), e Avellino, dal 1983 al 1986, anche da allenatore (2002-03, 2011) con cui ha vinto un campionato di Serie C1.
Vullo non vuole pronostici o previsioni, perché le due città sono le due metà della sua vita calcistica e vorrebbe che andassero avanti entrambe. A Palermo, la crescita, mentre ad Avellino la maturazione. Il pronostico di inizio stagione è stato rispettato, con gli irpini ai play-off. D’altra parte, i rosanero sono una squadra in crescita, brava ad aver superato un brutto periodo. Ma meno compatta rispetto a quella di Braglia, anche se il ritmo partita nelle gambe è diverso, dato che i campani giocheranno per la prima volta dopo aver concluso la regular season.
Il Palermo proverà a fare la partita – sottolinea Vullo –, e proprio per questo l’Avellino deve stare attento a non adagiarsi sui 180 minuti. Si aspetta una battaglia vera dal primo secondo all’ultimo: non serve gestire le energie in un torneo a sé come quello dei play-off. Servirà un mix di forza mentale e fisica, sfruttando le individualità e le qualità del gruppo.
Un pensiero anche a Giovanni Falcone, a 29 anni dalla sua scomparsa dopo la strage di Capaci. Ricordare lui e Borsellino – secondo Vullo – è un colpo al cuore ma un dovere allo stesso tempo. Ritiene bello che il calcio pensi anche a questi temi.
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