In venti ritrovano il sorriso dopo i mesi in casa e l’intervento dello psicologo.
L’impegno di volontari, squadra locale e Comune.
I bambini si allenano nel campo comunale di San Vito Lo Capo agli ordini di due allenatori,
un poliziotto e un calciatore.
Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola.
L’articolo di Valerio Tripi vuole raccontare come il mondo del calcio, per i bambini di San Vito abbia significato il ritorno alla vitalità, causa lockdown.
Fra i sette e i dieci anni, si allenano sul campo comunale di San Vito due volte alla settimana agli ordini di Gaspare Vultaggio e Johnson Horarah.
“Tutto è nato per caso — racconta Dora Sugameli, ideatrice del progetto — cercavamo un posto dove fare giocare i nostri figli. Al campo comunale ho visto due ragazzi, Gaspare e
Johnson, che si stavano allenando e ho pensato di chiedere se erano disposti a fare giocare un gruppo di bambini. Da lì è nato tutto“.
All’inizio uno sparuto gruppo di bambini, poi è servito anche il passaparola per allargare la squadra sino ad un numero di venti.
Questi numeri hanno spinto quindi i protagonisti a presentare un progetto al Comune.
“E così l’assessore allo sport di San Vito Nino Ciulla — racconta Sugameli —ci ha assegnato il campo. Non ne potevamo più di vedere i bambini a casa: avevano perso socialità e soprattutto il sorriso“.
Tra loro vi erano anche bambini che avevano bisogno di un supporto psicologico, ma da quando il pallone ha cominciato a rotolare tutti i malumori sono andati via. Un grande contributo è arrivato anche dal San Vito Lo Capo, club di Promozione, fermato anch’esso dal Covid.
“Siamo felici di contribuire — dice il presidente Francesco Mangiapane — abbiamo messo a disposizione parte del nostro materiale sportivo, non tutto perché non abbiamo maglie delle taglie dei bambini. Devo ringraziare il Comune per avere assegnato il campo al progetto“.
“Quando Dora mi ha chiesto se ero disponibile — racconta Gaspare Vultaggio, 34 anni, poliziotto per mestiere e calciatore per passione — mi sono venuti in mente gli otto anni trascorsi a bordo delle volanti. Lo sport è un aiuto enorme, non capisco chi ci prende in giro perché sostiene che perdiamo tempo con i bimbi. Se su venti anche solo in cinque dovessero continuare a fare sport per noi sarebbe un successo. E poi il sorriso dei bambini è tutto“.
Un allenamento che dura 90 minuti tra esercizio e giochi con il pallone e l’altro protagonista di questa storia è fiero di questi bambini.
Johnson Orarah, centrocampista ventiduenne partito dal Plateau United, la squadra di calcio di Jos, in Nigeria, arrivato in Sicilia dopo essere passato dal settore giovanile del Levante prima di indossare le maglie di Enna, Dattilo, Trapani e San Vito.
“Hanno attenzione, rispettano le regole e si divertono. Sono uno spettacolo, hanno voglia di giocare a calcio. Mi piacerebbe fare l’allenatore e se i miei calciatori saranno come questi bambini,sarà un lavoro fantastico“.
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