Riforma, tra sfida e azzardo. Contano i fatti, non le etichette
Questo il titolo dell’editoriale di Ivan Cardia su Tuttomercatoweb, dove si analizza il tema della riforma del calcio e degli interessi economici dei club.
L’idea della riforma, o la proposta di riforma c’è. Il presidente della Figc Gravina l’ha messa sul piatto, ma c’è chi già sembra averla bocciata, come la serie A. Forse restia all’idea del cambiamento, che possa in qualche modo coinvolgere anche la massima serie.
Il progetto maturato in questi giorni, sembra una solida base per il futuro. Poco forse se consideriamo le aspettative circa questa tanto agognata riforma. Ma tantissimo, come sottolinea, Ivan Cardia, se pensiamo alla difficoltà esistente nel mettere d’accordo le varie anime del calcio italiano.
Si è consapevoli inoltre che per arrivare alla meta, occorrerà vincere tante resistenze. Manca l’accordo e resta per il momento solo l’idea, la proposta, il progetto. Ma il lungo lavoro preparatorio che c’è dietro fa ben sperare che tutto possa avere poi avvio definitivo.
Due però sono gli aspetti da considerare: oltre ai numeri, non si può fare a meno di considerare l’aspetto economico. E soprattutto bisogna discutere quindi di risorse e della loro distribuzione.
Un aspetto che fa il paio con la politica e che riguarda la gestione del movimento professionistico: possono esservi anche poche società, ma occorre comprendere quanti soldi arrivano e come vengono impiegati.
E quindi in primis occorre rivedere la Legge Melandri, per parlare di riforma.
Inoltre, conclude Ivan Cardia, non si può guardare alle etichette, contano più i fatti. Si discute della riunione di B e C in una lega unica.
Il problema non consiste nella fusione di Lega Pro e Lega B in un’unica unità, questo può essere una pura formalità. Deve comunque esistere una terza serie, che non faccia ancora di più percepire questo salto del vuoto. Il suo nome poi è relativo…
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Mi sembra una riforma gattopardesca: Cambiare tutto per non cambiare niente.