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Bortolo Mutti: “Fa male vedere in C il mio derby del cuore”

Bortolo Mutti “Fa male vedere in C il mio derby del cuore”

Mi chiamano l’allenatore terrone perché in Sicilia sono a casa e spero possa tornare ai vecchi fasti“.

Questo il titolo di  Repubblica, oggi in edicola.

L’articolo di Fabrizio Bertè parla di quell’allenatore che ha guidato il Messina in A, conquistando un indimenticabile settimo posto. Chi inoltre ha allenato l’ultimo Palermo di Sensi, e che è tornato sulla panchina rosanero a distanza di 10 anni. Un allenatore, figlio di un calcio lontano oramai dal presente, Bortolo Mutti.

E’ la sintesi di questo derby tra Messina e Palermo, che avrà un tifoso sugli spalti, tra ricordi e nostalgia.

Ecco quali tra le due squadre: “Se penso a Messina mi viene in mente il “Celeste”, una bolgia. Penso alla partita con il Como che ci regalò la promozione in A. Penso ai tifosi che ci abbracciavano per strada, piangendo. E penso a quando abbiamo inaugurato lo stadio San Filippo. E mi emoziono ancora oggi, a distanza di quasi 20 anni.

Quando penso a Palermo, penso all’eleganza di una città bellissima, ai posti meravigliosi che ho visto e fatto conoscere alla mia famiglia. E penso a Franco Sensi, un signore d’altri tempi”.

Sul passaggio in Sicilia: “Mi chiamò Giorgio Perinetti e disputammo da neo-promossi un
buon campionato di B. Arrivammo decimi e in tanti fecero bene, da Bombardini a La Grotteria, passando per Sicignano, Mascara, Guidoni, Cappioli, Chionna e Marco Aurelio“.

Nel 2003, l’esordio in giallorosso, il Messina ultimo in classifica:

«Lo ricordo come fosse ieri, vincemmo 1-0 ad Avellino con un gol di Guzman. 3 vittorie consecutive e 7 risultati utili di fila che ci lanciarono, accendendo l’entusiasmo in città.
Oggi mi chiedono in tanti: ma come avete fatto ad andare in A? Ci allenavamo al 24° Artiglieria, i problemi logistici erano tanti, ma avevamo creato una famiglia persino
con i militari. Andavamo ad allenarci a piedi, con il tram o con l’autobus, stavamo tra la gente. Era tutto naif, ma bellissimo. La nostra fu una scalata incredibile di un gruppo immenso, da Di Napoli a Storari, da Sullo a Coppola, da Fusco a Rezaei, passando per Parisi, Zoro, Mamede, Giampà, Lavecchia e Zaniolo, un combattente unico».

Sullo storico 7°posto:

Penso all’alchimia che si era creata con la città, alle vittorie con Inter, Milan e Roma. La mia soddisfazione più bella è stata quella di aver insistito per riportare a Messina Zampagna. Proprio recentemente, da Terni, mi ha telefonato assieme ad Arturo Di Napoli, sono i due soliti burloni“.

Bortolo Mutti parla del ritorno a Palermo dopo 10 anni:

La solita calda e bellissima tifoseria. Una squadra che disputava le coppe europee e in cui sbocciavano grandi campioni. Miccoli e Budan fecero benissimo. Ricordo un giovanissimo
Vazquez, Ilicic era alle prime armi e un Hernandez in grande crescita. Ma quello che mi impressionò per le sue qualità tecniche fu sicuramente Zahavi“.

Adesso Sullo siede sulla panchina giallorossa: “Gli auguro il meglio. Ha la fortuna di
trovarsi a casa, in un ambiente che saprà sostenerlo e supportarlo“.

Un messaggio ai tifosi di Palermo e Messina: Affettuosamente mi chiamano tutti l’allenatore terrone. In Sicilia mi sono sempre sentito a casa e ringrazio tutte le persone che ho incontrato lungo il mio cammino. Vedere due città a cui sono legato affrontarsi in serie C fa male, ma spero che questo derby possa dare uno slancio a entrambe le squadre per tornare ai fasti d’un tempo“.

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