“Sono momenti difficili per il Catania. Io seguo sempre il Catania e la cosa brutta è vedere che nell’ultimo anno specialmente non si parla più di calcio ma di debiti, tribunali.Mi rendo conto che le persone che hanno preso il Catania gestiscono una situazione difficile, una società con un monte debiti molto elevato. Io non so come andrà sinceramente a finire l’udienza prefallimentare. Mi auguro con tutto il cuore che vada bene. Ma ultimamente sta diventando un pò troppo pesante la situazione”.
“Io di nuovo a Catania? Il Catania ce l’ho sempre nel cuore perchè ho vissuto forse i quattro anni più belli della mia vita, sono stato trattato come un re e abbiamo dato la nostra vita portando avanti battaglie infinite. Conservo ricordi meravigliosi di Catania. Forse l’apice lo abbiamo raggiunto con la conquista della Serie B a Taranto dopo 15 anni. I ricordi rimarranno sempre nel mio cuore. In futuro chi lo sa. Ho vissuto un pò indirettamente questa situazione. Se il Catania ripartisse da zero io ci sono? Un pezzo del mio cuore è rimasto lì. Vediamo cosa succederà in futuro. Sei anni fa mai avrei pensato di andare a Malta e mi sono trovato a dirigere una squadra di Serie A maltese. In futuro chi lo sa. Mi piacerebbe tantissimo, inutile negarlo. Però speriamo che questo non accada“.
“Quando si perde la Serie A, la B e si sprofonda nelle sabbie mobili della C dove gli introiti sono praticamente zero è chiaro andare in difficoltà. Il Catania purtroppo è stata una bellissima favola per diversi anni. Poi sono stati commessi degli errori importanti che purtroppo hanno portato a questo. Io non credo che gli attuali dirigenti abbiano molte colpe, secondo me hanno provato a salvare il salvabile mettendo di tasca loro anche diversi soldi. In questo momento per qualsiasi imprenditore diventa difficile avvicinarsi al Catania. Gli attuali proprietari stanno cercando di fare il possibile, non penso che vogliano il fallimento del Catania. Nessuno lo vuole in questo momento ma i debiti sono pesanti”.
“Cosa serve per tornare in B? Al primo anno abbiamo perso la finale col Messina. Se Ambrosi non avesse sbagliato quel rigore contro il Palermo saremmo arrivati probabilmente primi. Il secondo anno invece ce l’abbiamo fatta a centrare la B. Bisogna fare una squadra competitiva per vincere, senza debiti enormi, nel nostro caso non ne avevamo perchè la famiglia Massimino non ci aveva lasciato una situazione debitoria importante. Abbiamo investito ed allestito sempre squadre forti, abbiamo avuto giocatori e allenatori importanti. Al termine della sconfitta contro il Messina eravamo tutti a pezzi, poi ci siamo rimboccati le maniche, sicuri che avremmo vinto l’anno successivo e così è stato”.
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