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Caso plusvalenze, non solo Juventus: tra A, B e C tanti club rischiano

Si allargano le indagini sul caso plusvalenze

Come un fulmine a ciel sereno nell’ultima settimana sul calcio italiano si è scatenata la bufera del caso plusvalenze. Già da tempo si iniziava a storcere il naso per le varie operazioni di mercato fatte da top club e non solo, come ricostruisce l’edizione odierna di TuttoSport. Dalla settimana scorsa, però, più di qualcosa si è iniziato a muovere. Tante notizie sono iniziate a trapelare e la prima squadra coinvolta è stata la Juventus. È proprio dai bianconeri che sono partite le indagini della Guardia di Finanza. Nel dettaglio sarebbero 42 le trattative messe sott’occhio. Oltre a quelle più note come lo scambio Arthur-Pjanic, ce ne sarebbero anche di minori riguardanti giocatori dell’U23. Tra queste quella relativa alla cessione di Brunori, attuale punta del Palermo, al Pescara. Le indagini, dunque, come prevedibile sono andate avanti e si sono estese ad altri club di A, B e C

Guardando agli altri club di Serie A potenzialmente interessati dal caso plusvalente, una trattativa sottoposta ad indagini è quella di Osimhen. L’aspetto che non convince sono i valori delle contropartite offerte dal Napoli al Lille nella trattativa per il nigeriano. Alcuni calciatori offerti, al tempo nelle giovanili degli azzurri, oggi  infatti giocano quasi tutti nelle categorie minori o nei dilettanti. Non solo Juventus e Napoli, ad ogni modo. Sono tante le operazioni di mercato da rivedere. Dalla Roma alla Sampdoria, passando dal Parma al Pescara. Molti accordi potrebbero essere stati impostati per sistemare i bilanci, su cui si concentreranno le indagini in queste settimane. 

Plusvalenze? Non è la prima volta: ecco i precedenti

Il calcio italiano non è nuovo a scenari del genere. Negli anni passati, infatti, alcune società hanno affrontato processi e sentenze alle volte rivelatesi fatali. È il caso del Cesena che fu escluso, nel 2018, dal campionato di Serie B a seguito di indagini su delle trattative col Chievo. Queste operazioni avrebbero generato delle plusvalenze dubbie che portarono ad una multa e a 3 punti di penalizzazione per i gialloblù e all’esclusione dalla categoria per i bianconeri. Andando più indietro nel tempo, nel 2008, anche Milan e Inter vennero indagate per presunte plusvalenze, ma tutto terminò con l’assoluzione di entrambe. Le due milanesi furono assolte perché, secondo il Tribunale, «il fatto non costituiva reato».

Articolo a cura di Dario Correnti

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