Tante battaglie con la maglia del Palermo, il primo macedone a raggiungere quota 100 presenze con la maglia rosanero. 113 pesenze condite da 20 gol, tante grandi giocate e la maglia numero 10 indossata nella stagione 2018-2019. Qualche giorno fa abbiamo intervistato Alexander Trajkovski, per non farci mancare nulla in queste feste natalizie. L’attaccante, attualmente all’Aalborg, tornerà al Barbera in occasione della semifinale degli spareggi mondiali contro l’Italia. Un’occasione per riassaporare le emozioni di quello stadio, per lui e per lo stesso Nestorovski che, alle prese con il recupero da un lungo infortunio, dovrebbe tornare proprio per quell’evento.
Ci ha colpito la grande disponibilità di Trajkovski, che ai nostri microfoni ha ricordato i tempi meravigliosi di Palermo (dal 2015 al 2019), l’emozione di aver cucito sulle spalle il numero più prestigioso in assoluto, la voglia di tornare con la sua Macedonia e di “scrivere la storia”. Il macedone si è raccontato a 360° svelando anche alcuni aneddoti della sua vita privata. Ecco l’intervista integrale:
Trajkovski a TP.it, l’intervista integrale
Allora anzitutto volevo chiederti se segui il Palermo ancora e se secondo te i rosanero riusciranno a piazzarsi almeno secondi, alle spalle del Bari. Ti chiedo, inoltre, se c’è un giocatore che al momento ti ha colpito di più…
“Sì, certo che seguo il Palermo. Ha un’ottima rosa. Purtroppo le ultime uscite non sono andate come voleva la società e i tifosi. Credo e spero che il club possa arrivare ai ai playoff per vincerli”.
Che ricordi hai di Palermo e che effetto ti ha fatto indossare per un anno (2018-2019) la maglia numero 10? Qual è l’allenatore che più ti ha fatto crescere personalmente, tra quelli avuti a Palermo?
“Indossare la numero dieci del Palermo per me è stato un onore. In quella stagione poi feci molto bene, Ricordo che segnai 8 gol e credo feci anche 12 assist. Purtroppo quell’anno non terminò bene, ma la porto sempre nel cuore perché personalmente credo di aver onorato comunque i colori rosanero. Sull’allenatore ti dico Roberto Stellone e Delio Rossi, due allenatori che mi hanno dato fiducia, che spero di aver ripagato al meglio sul campo”.
Vorrei sapere come vivevi la città, come ti sei trovato a Palermo e soprattutto come vivevi il tempo fuori dagli allenamenti, con la tua famiglia. Hai mai mangiato l’arancina qualche volta?
“A Palermo mi sono trovato benissimo come ambiente. Il clima e la città sono sicuramente di qualità. Arancina? Certo che l’ho mangiata, buonissima. Così come i cannoli. Passavo molto tempo a Mondello, un posto speciale, dove mi facevo lunghe passeggiate e mi godevo la vita fronte mare”.
Se puoi, raccontami un aneddoto di spogliatoio e un compagno con cui magari ti sei trovato meglio in quegli anni…
“Ovviamente come compagno di squadra, quello con cui avevo un feeling speciale era Nestorovski. Per via della nazionalità e non solo”.
Se oggi dovessi scegliere il tuo più bel ricordo a Palermo, quale sceglieresti?
“Sicuramente l’anno in cui ci siamo salvati in Serie A all’ultima giornata di campionato contro l’Hellas Verona. Stagione difficile, ma alla fine portammo a casa una meritata salvezza, grazie anche a qualche mio gol, se non ricordo male tra gli altri quelli al Frosinone che furono importanti”.
A marzo tornerai al Barbera, con la tua macedonia, ti chiedo che effetto farà a te e a Nestorovski ritornare in quella che è stata per anni la vostra casa? E poi ti chiedo che partita ti aspetti e se credete nella finale…
“Sarà come tornare a casa a marzo: al Barbera ho fatto più di 50 partite in rosanero. Sarà quindi una emozione speciale. Credo sarà lo stesso anche per Nesto. Ovviamente, la gara contro i campioni d’Europa sarà difficilissima, ma noi fremo di tutto per portare a casa un risultato positivo e scrivere una nuova pagina di storia della Macedonia”.
Un giorno, se il Palermo salisse in Serie B e ti chiamasse, ritorneresti?
“Sì, mi piacerebbe tornare in Italia e soprattutto a Palermo. Ripeto, dove si è stati bene si torna sempre con il cuore ben disposto”.
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