Questo il titolo del Corriere dello Sport, oggi in edicola scritto dalla penna di Alessandro Barbano che intervista il presidente della Figc Gravina. Ecco di seguito alcuni estratti della lunga intervista.
Sulla riapertura degli stadi e situazione contagi in aumento
“La garanzia è il dialogo istituzionale. Il limite dei cinquemila spettatori è stato un atto di responsabilità. L’auspicio è che, usciti tutti vaccinati dal picco, si torni a una capienza del cento per cento. Il calcio si confermerebbe apripista della sicurezza e della normalità. Il 20 dicembre avevamo un numero di casi inferiore ad altri settori. Il rompete le righe delle vacanze li ha fatti crescere, ma è anche vero che i ragazzi coinvolti si sono negativizzati in pochi giorni“.
Il calcio è entrato nella pandemia con quattro miliardi di debiti
“Il Covid ci ha colto nel pieno di una tensione finanziaria. Ma quei debiti sono stati sempre coperti da finanziamenti infruttiferi e postergati, cioè forme di ricapitalizzazione delle proprietà. Il Genoa a Natale ha versato decine di milioni di capitali freschi. Questo per dire che il calcio ha messo il suo. Però è vero che far crescere i costi mentre i ricavi calano vuol dire mettere a repentaglio il sistema. Questo mi preoccupa quanto lei”.
Sulle parole di Commisso inerenti alle vittorie di Juventus ed Inter
“Per fare mercato bisogna rientrare in precisi indici di liquidità. Un conto è allarmarsi per il debito, un altro è dire che uno vince perché ha barato. E stendo un velo pietoso sui giudizi morali che Commisso dà della classe dirigente. Dopodiché dobbiamo mettere il sistema in sicurezza. Le norme da noi già varate riducono il margine di investimento a debito, vincolandolo sui ricavi. Le renderemo ancora più stringenti. Anche per fugare sospetti e illazioni che fanno male allo sport“.
Sulla riforma
“La riforma dei campionati è stata rallentata dalla pandemia? No, aspetto che si compongano i nuovi organi della Lega Dilettanti, poi si parte. Entro il 30 giugno si cambia. Dobbiamo mettere in sicurezza il sistema, vuol dire puntare alla sua sostenibilità”.
Sulla possibilità di introdurre i playoff
“Possibili playoff? È il momento di provare. Negli anni Novanta nessuno credeva ai tre punti per la vittoria, e invece ha funzionato. I playoff in Lega Pro e in Serie B sono una garanzia di visibilità e un successo. Sarebbe un errore non testarli anche in Serie A, salvaguardando comunque il valore del merito sportivo raggiunto in classifica. Ma ci vuole una riforma, che riduca le squadre e modifichi il format. Ne guadagnerebbero qualità e competizione”.
Sull’errore di Serra in Milan-Spezia
“C’è stato un grande cambiamento, Rocchi ha messo in campo tanti giovani. Sono prezzi da pagare, ma i risultati arrivano. Gli errori si sono ridotti ancora. La tecnologia ci aiuta. Qualcuno forse dimentica che non si sbaglia più un fuorigioco. Voglio aggiungere che ho molto apprezzato la reazione umana dei giocatori milanisti dopo l’errore, è un esempio di sportività. Il Var c’è per essere usato tutte le volte in cui può aiutare. E da ultimo bisogna tutti studiare meglio il regolamento, e questo vale anche per i club”.
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