Palermo – Sequestro dei beni di Hera Hora, il secondo round va a Di Piazza
Nuova puntata della querelle giudiziaria sul diritto di recesso esercitato dall’ex vice presidente.
Il Tribunale di Catania autorizza l’holding dell’it alo-americano a rivalersi sino a 2,35 milioni di euro sulla controllante del Palermo.
Questo il titolo del Giornale di Sicilia, oggi in edicola.
L’articolo di Benedetto Giardina fa luce sulla querelle giudiziaria sottolineando come il Tribunale di Catania ha autorizzato la holding di Di Piazza a procedere al sequestro conservativo dei beni di Hera Hora fra cui ovviamente rientrano anche le quote del club rosanero. Una decisione che ribalta la precedente che il 15 dicembre aveva rigettato la richiesta di sequestro.
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L’articolo ricostruisce il contenzioso fra le due parti che si svolge fra Catania e Palermo, il valore attribuito alle quote e la distanza di valutazione di Di Piazza (11,9 milioni) e di Mirri (71.500, analisi svolta dal professor Sottoriva). Il tribunale di Catania ha stabilito la cifra di
2,35 milioni come «congruo a garantire il credito vantato» da Di Piazza.
Non viene contestato che Italplaza potesse legittimamente esercitare il diritto di recesso mentre i giudici respingono le contestazioni avanzate da Hera Hora che asserivano come il rimborso della quota avrebbe precluso il raggiungimento di precisi impegni assunti con il comune di Palermo. Secondo i giudici catanesi non risulta «l’assunzione di alcun tipo di obbligo» verso l’amministrazione comunale.
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