La Lega Pro molto probabilmente ha deciso di fregarsene dei lavoratori che tifano Palermo. Da anni il calcio segue le logiche imposte dalle televisioni e dai servizi di streaming al fine di aumentare i ricavi dei club, e così accade in tutti i livelli professionistici del calcio moderno.
Dalla Serie A fino alla Serie C il calendario è ormai fortemente spezzettato per favorire i servizi televisivi con conseguenti anticipi e posticipi, oltre a turni infrasettimanali dovuti anche ad esigenze di calendario e rinvii non preventivabili ad inizio campionato. Comprendiamo questa logica e non abbiamo intenzione di aggrapparci ad una visione nostalgica del calcio. Anche perché ormai la strada è ampiamente tracciata e difficilmente si sceglierà di tornare indietro. Ciò che vogliamo sottolineare, però, è come da tale logica ne siano usciti fortemente sfavoriti i lavoratori tifosi del Palermo. Questi ad inizio stagione hanno deciso, malgrado il periodo di grande difficoltà economica e l’incertezza pandemica, di sottoscrivere l’abbonamento per la stagione 2021/22.
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LA LEGA PRO E I TIFOSI DEL PALERMO: UN RAPPORTO CONTRADDITTORIO
Dando un’occhiata al calendario, infatti, è palese come parte dei 2.500 abbonati rosanero non possano usufruire della sottoscrizione effettuata l’estate scorsa a causa di un calendario che definire fantasioso è dir poco. L’ultima gara casalinga giocata dal Palermo di domenica risale al 30 gennaio scorso. Quel giorno i rosanero vinsero contro il Monterosi per 2-0. Per assistere ad un’altra gara casalinga al “Renzo Barbera” di domenica i tifosi dovranno attendere domenica 3 aprile, giorno in cui si giocherà Palermo Picerno (ammesso che non ci siano ulteriori cambiamenti di calendario per esigenze televisive).
In mezzo ci sono state ben 6 gare interne che il Palermo ha giocato o di sabato o di mercoledì: Messina, Juve Stabia, Turris, Vibonese, Fidelis Andria e Taranto. Probabilmente nessuno tra questi tifosi sogna di chiedere il rimborso del proprio abbonamento. Anche se, provocatoriamente, sarebbe una proposta da avanzare non tanto alla società rosanero quanto a chi redige le scelte per le dirette televisive di posticipi, anticipi e turni infrasettimanali. La Lega Pro ha deciso di fregarsene di chi lavora sei giorni su sette. Chi ne esce danneggiato è solo ed unicamente il lavoratore tifoso rosanero che dopo aver pagato un abbonamento “al buio” non può nemmeno seguire la propria squadra del cuore – malgrado la stagione poco rosa e più nera – per le gare casalinghe.
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Ma le televisioni riescono a sostituire , in termini di ricavi, i tifosi che non vanno più allo stadio?