Palermo – Dal maxi travaso a Tacopina, quanti veleni con il Venezia
Zamparini prese i rosa e svuotò il club lagunare.
La partita con i lagunari da vent’anni è ad alta tensione.
Un capitolo amaro. Nel 2019 Palermo salvo d’ufficio e veneti in C. Ma l’italo-americano aveva previsto il crac.
Questo il titolo del Giornale di Sicilia, oggi in edicola.
L’articolo di Benedetto Giardina sottolinea che quando si affrontano Palermo e Venezia, vuoi per motivi societari vuoi per salvezze conquistate fuori dal campo, ci sono sempre veleni. Non è soltanto il problema Zamparini ma è anche la figura di Tacopina. Non è solo il travaso di Longarone e la frase di Tacopina sui soldi del Monopoli.
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Anche gli scontri diretti fra le due squadre hanno creato scintille tra le tifoserie al punto che l’Osservatorio nazionale per le manifestazioni sportive ha sospeso il giudizio sulla trasferta dei veneti e nelle prossime ore si aspetta qualche novità sulla messa a disposizione dei biglietti per il settore ospiti. L’ultimo incrocio che ha creato tensione è stato quello della semifinale play-off del 2018. Quella fu l’unica volta in cui le due squadre si giocavano uno stesso obiettivo, cosa che teoricamente accadrà nuovamente domenica visto che si tratta di un vero e proprio match salvezza.
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A Venezia chiaramente non hanno mai dimenticato quello che definiscono il furto di Pergine che a Palermo invece è noto come il travaso di Longarone. Dodici giocatori passarono dal Venezia al Palermo da poco acquisito da Zamparini: i veneti poi si presero una rivincita sul campo vincendo 2 a 0 al Barbera ma un anno dopo i rosanero furono promossi in Serie A e il Venezia fallì.
La storia recente …
Altro momento di tensione quello relativo alle vicende del 2019 che videro il Venezia spettatore interessato. Il periodo era quello dei Tuttolomondo che evitarono la retrocessione diretta con una grossa penalizzazione ed il Venezia fu costretto a giocare lo spareggio salvezza con la Salernitana che vinse. Ma il presidente Tacopina non si scoraggiò dicendo di non sentirsi in serie C perché per iscriversi al torneo di B ci volevano tanti soldi, quelli veri e non quelli del Monopoli, soldi che il Palermo effettivamente non aveva.
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