C’è anche questo in un fine partita gioioso e festante, anche perché gli ultimi minuti si erano vissuti con un po’ d’ansia per una beffa che poteva scapparci all’improvviso.
La festa liberatoria che si scatena al triplice fischio coinvolge tutti, anche il tecnico rosanero con il suo tutore e le sue stampelle.
Con difficoltà e sofferenza, Mister Pergolizzi raggiunge la zona sotto la curva Nord e partecipa, nei limiti della sua ridotta mobilità, ai cori intonati dagli ultras che coinvolgono i giocatori rosanero, reduci dall’ottava vittoria consecutiva.
Quando i tifosi lanciano il classico “ooooolèè” che stimola i calciatori a fare un salto con le braccia alzate, anche Pergolizzi si associa.
Ma non potendo alzare le braccia, alza le stampelle, manda in aria i suoi indispensabili supporti.
Il massimo dell’originalità si raggiunge quando, immancabile, dalla curva Nord parte il famoso coro “Chi non salta è catanese”.
Non potendo saltare per quel maledetto tendine di Achille fratturato, Mister Pergolizzi non si scoraggia e fa saltare le stampelle al ritmo del coro proposto dagli ultràs.
Roba mai vista. In un periodo di record battuti o da battere, anche questo, nel suo piccolo, lo è.
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