Ospite al convegno dal titolo “Sport e Legalità, riflessioni in tema di diritto sportivo“, alla Lumsa di Palermo, è intervenuto Dario Mirri, presidente della SSD Palermo.
Sul suo ruolo da presidente del Palermo commenta, con il suo solito sorriso trasognato:
“Quando mi trovo allo stadio e mi fanno domande di calcio non mi sento adeguato. Posso dire con assoluta certezza che non so se la parte sportiva riuscirò a gestirla come chi mi ha preceduto, ci sono troppe variabili. Non è neanche la parte economica che mi fa paura, non è determinante.
E qui quasi romanticamente da tifoso afferma: “Lo sport non si fonda soltanto sui soldi, sennò l’Atalanta l’anno scorso non andava in Champions. Il Palermo è tornato a Palermo nel senso più autentico del termine. Corrado Lorefice dice che il calcio può essere uno strumento sociale e di condivisione al pari della religione.
Il presidente Dario Mirri predica da quest’estate una parola chiave per il suo Palermo, trasparenza: “Io credo che il calcio abbia bisogno di normalizzazione e rispetto delle regole. Nel nostro Palermo abbiamo istituito un collegio sindacale autentico. Quello che è avvenuto a Palermo era evitabile. Zamparini è stato la punta dell’iceberg. Lo dico con orgoglio che un componente del collegio sindacale sarà nominato dalle istituzioni, così che il contro sia vero e autentico. Avremo un comitato di consulta anche questo composto da soggetti incaricati dal comune di Palermo e uno dall’azionariato diffuso. Vogliamo dare trasparenza, manca questo nel mondo del calcio.
E sulla possibilità di togliere le barriere dallo stadio: “Abbiamo avviato col questore la possibilità di eliminare le barriere dallo stadio di Palermo. Questa iniziativa è la dimostrazione concreta che la società rosa-nero non subisce più i ricatti dalla parte estrema della tifoseria. Siamo pronti, insieme alle forze di polizia, a stabilire un percorso di crescita culturale. In questo modo potrà crescere la reputazione della nostra squadra e della nostra città“.
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