Dal campetto del Villaggio Santa Rosalia alla maglia rosa.
Il difensore è l’unico calciatore passato dall’era Zamparini a quella Mirri.Un vero atto d’amore
“Siamo stati presi tutti in giro: noi, la città, i tifosi, i dipendenti
Alla fine i calciatori sono privilegiati, ma mi fa male pensare a chi ha perso il lavoro.
Ho la playstation, ma non la uso da anni. A casa mia si vede solo calcio. Oppure un film con la mia ragazza. Anche al cinema”.
Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola
L’intervista di Valerio Tripi con Andrea Accardi , unico superstite del vecchio Palermo che gioca in rosanero dall’età di 10 anni, partendo dal Villaggio Santa Rosalia…e domenica fascia di capitano al braccio.
Troppo forte il legame con la città e la sua squadra per pensare di andare lontano…
Vi riportiamo alcuni passaggi dell’intervista che potete trovare integralmente su Repubblica, in edicola:
“quando i giovani mi vengono a chiedere consigli mi riempie d’orgoglio… Ne parlavo con mio padre l’altro giorno: ho seguito il cuore. Sto vivendo sensazioni strane, fino a quando ci allenavamo a Carini era tutto nuovo. Ora che siamo tornati a Boccadifalco rivedo posti che avevo vissuto con i miei vecchi compagni: ci sono sensazioni che si mescolano con i ricordi del passato…Non mi aspettavo che il vecchio Palermo finisse così. Speravo che qualcuno ci salvasse. Purtroppo siamo stati presi tutti in giro: noi, la città, i tifosi, i dipendenti. … I miei procuratori Claudio Vigorelli e Francesco Salerno mi avevano già detto che c’erano richieste da B e C, ma volevo aspettare il Palermo. Sono un malato tifoso del Palermo. Non potevo andare via… Con l’Empoli c’era stato qualcosa, ma nulla di particolarmente serio, perché ho dato priorità al Palermo… A fine partita ho visto vicino alle barriere di vetro un papà con suo figlio con un cartellone in cui mi chiedeva la maglia. Mi sono immedesimato con quello che provavo io da piccolo e gliel’ho data…. Forse sarei andato a lavorare in pasticceria da mio zio. I libri li ho mollati quando ho iniziato ad allenarmi con la prima squadra. Però, grazie ai miei genitori, mi sono diplomato in ragioneria…”
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