Quando da bambini ci si innamora del Palermo è difficile da adulti dimenticare questo amore. Se poi la passione per i colori rosanero è legata alla figura cara e perduta di colui che l’ha trasmessa, la passione diventa un retaggio prezioso da custodire e da lasciare in eredità ai propri figli.
Per Vito Lores Giglia, fondatore della pagina face book “Palermo calcio Mercato”, l’amore per il Palermo è anche il ricordo dolce e struggente di un papà tifoso, andato via troppo presto dalla sua vita:
«Mio padre era un grandissimo tifoso del Palermo. E’ stato lui a trasmettermi questo grande amore. Purtroppo l’ho perduto troppo presto. Avevo 12 anni quando nel 1990 a soli 49 anni morì lasciandomi dentro un grandissimo vuoto ed il rammarico di non averlo mai potuto ringraziare per avermi trasmesso la fede rosanero. Dopo la sua morte mio cognato si sostituì alla figura paterna e continuò a portarmi allo stadio. Erano gli anni di Taglialatela, Cecconi, Rizzolo, Favo e soprattutto di capitan Biffi, micidiale nei calci di punizione. La mia famiglia è originaria di Ciminna, ma sono nato a Palermo, dove ho vissuto per i primi 5 anni. Mio padre in quel periodo lavorava per la Croce Rossa. Poi la nostalgia per il suo Paese lo spinse a tornare a Ciminna ed a viaggiare per andare a lavorare. Era vicinissimo agli ambienti della società ed ogni domenica andava allo stadio. Quando tornava mi portava sempre qualche cosa di rosanero.»
Quando sei entrato per la prima volta allo stadio?
«Il 1 settembre del 1985, si giocava Palermo-Juventus, una partita di Coppa Italia. Eravamo andati in vantaggio su rigore con De Vitis, poi però finì 3 a 1 per la Juventus. Nonostante questo mi innamorai subito dei colori rosanero. A Ciminna quasi tutti i miei coetanei erano tifosi della Juve, ero praticamente da solo e dentro di me soffrivo perché gli altri ragazzini parlavano di Platini, dell’Inter e del Milan. Il mio grande riscatto è avvenuto nel 2004, con la promozione in serie A, anche se ero già abbonato dai tempi di Sensi. Da Ciminna partivamo un gruppo di persone per vedere le partite del Palermo, ma il vero tifoso ero solo io, gli altri erano per lo più curiosi di vedere la serie A.»
Che ricordi hai quegli anni ?
«Lavoro come autista soccorritore del 118 ed in quel periodo avevamo la postazione a Mondello accanto alle giostre. A Palermo si lavora moltissimo, non ci si ferma mai. Ma dopo una giornata di lavoro, il turno era dalle 8 alle 20, io invece di tornare a casa perché ero distrutto, mi cambiavo in postazione ed andavo al Barbera. Il mio collega, infermiere in ambulanza, era anche uno dei massaggiatore dei giocatori e dunque conoscevo tanti calciatori. Nel cuore mi è rimasto il capitano Eugenio Corini, che portava i figli a giocare sulle giostre. Un grande uomo, semplice e gentile. Ho un bel ricordo anche di Francesco Guidolin. Grande appassionato di ciclismo, passava spesso con la sua bicicletta. Un giorno lo fermai e lo invitai a prendere un caffè. Accettò con molta simpatia e cordialità l’invito.»
Come nasce l’idea della tua pagina face book?
«Fallito il sogno di aprire un club rosanero a Ciminna, nel 2010 ho creato la pagina fb “Palermo calcio Mercato” . Sono un appassionato di calciomercato, soprattutto per il Palermo ed ho voluto creare un luogo virtuale dove poterne parlare con altri tifosi. Negli anni la pagina è cresciuta, oggi conta oltre 8.800 followers ed gestita, oltre che da me, dall’amico Salvo Nigliaccio, anche lui tifoso rosanero. Ultimamente insieme agli amministratori di altri gruppi, Fabio Guarino, Mara Rosanero, Claudio Liotti, Casimiro di Fiore, ecc., abbiamo realizzato un video per invitare i tifosi rosanero ad andare allo stadio.»
Come hai vissuto le recenti vicende legate al Palermo calcio?
«Il fallimento è stato un bruttissimo colpo per tutti i tifosi, ma è stata anche una liberazione. Zamparini negli anni migliori della sua gestione ha portato la squadra rosanero all’apice della sua storia. Abbiamo trascorso anni strepitosi con giocatori straordinari. Ma la rinascita è stata una benedizione. Attraverso gente seria e tifosissima come il Presidente Mirri e Di Piazza si è riacceso l’amore e l’entusiasmo per questi colori. Quando il Palermo gioca al Barbera ci sono mediamente 16.000 spettatori, un numero davvero altissimo per una squadra che gioca in Serie D. Adesso sono molto fiducioso e mi auguro che nel giro di un paio di anni si riesca ad andare in serie B per poi costruire una squadra per la serie A. Sono sicuro che in futuro ci saranno grandi e belle sorprese.»
Svolgendo un lavoro molto impegnativo in che modo riesci a seguire il Palermo?
«Da circa 10 anni presto servizio in guardia medica a Villafrati, quando gioca il Palermo e sono di turno, fino a quando non arriva qualche chiamata e devo uscire con l’autoambulanza, seguo la partita su Eleven. Quando invece non sono in servizio, vado naturalmente al Barbera. Porto con me mio figlio Giuseppe. Sto passando il testimone a lui, affinché la passione rosanero continui ad essere tramandata di padre in figlio. »
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