Con oltre 1.000 persone contagiate da Coronavirus, Cremona è una delle città italiane più colpite dall’emergenza. La foto simbolo dell’infermeria cremonese, ritratta mentre dorme stremata sulla scrivania alla fine di un turno massacrante, ha commosso tutto il mondo.
A fronteggiare questa drammatica situazione, oltre a medici e personale sanitario, anche le Forze dell’Ordine chiamate a far rispettare le misure restrittive che tutelano la salute di tutti i cittadini.
La nostra redazione ha raccolto la testimonianza di Silvio Brignani, originario di Ciminna (Pa), Agente della Polizia Municipale di Cremona e dirigente sindacale della DICCAP (Sindacato Autonomo Polizie Locale Italiana):
“Qual è l’attuale situazione a Cremona e come stanno reagendo i cremonesi alle norme restrittive?
“Il nostro ospedale è al collasso, stiamo vivendo una situazione surreale. Non avevo mai visto niente del genere. La città si è svuotata, sembra di vivere la settimana di ferragosto. Per fortuna la maggior parte dei Cremonesi ha capito che si tratta di un’emergenza molto seria. Sin dai primi decreti emessi, i provvedimenti attuativi sono stati rispettati. Da quello che dicono gli esperti, il virus era in circolazione già prima del paziente zero di Codogno, con i nostri stili di vita si è diffuso rapidamente.”
Quali sono i compiti della Polizia Municipale?
Stiamo concorrendo all’attività di prevenzione insieme alle altre forze dell’Ordine. A dare le direttive è la Prefettura di Cremona sulla base dei provvedimenti governativi. La Polizia Municipale controlla i pubblici esercizi, piccole, medie e grandi strutture di vendita e controlla gli spostamenti all’interno del territorio. In questi giorni, io ed il mio collega vigiliamo su una direttrice che porta in città ed abbiamo fermato e controllato gli automobilisti in transito. Facciamo compilare l’autocertificazione che si deve trasmettere alla Prefettura di Cremona per verificare il motivo per il quale la gente si sposta. Per mia esperienza posso dire che di situazione anomale finora non ce ne sono state, le persone si muovono per andare a lavorare.”
Come vi state tutelando per evitare un possibile contagio durante i controlli?
“Nonostante tutto sia rapidamente precipitato, la nostra Amministrazione ha cercato di recuperare quanto prima possibile i dispositivi di protezione. Su ogni veicolo è presente un disinfettante a base alcolica e sono stati forniti guanti e mascherine, anche mono uso. Prima di avere contatti con l’utenza noi ci proteggiamo osservando le norme igieniche e sanitarie predisposte dal Ministero della Salute. Per il momento siamo quasi tutti in servizio, la rotazione ci dà la possibilità di assolvere ai compiti assegnati dal Prefetto.”
C’è il timore di essere in prima linea?
“La paura c’è. Soprattutto per i nostri familiari che sono a casa. Le notizie che arrivano dall’Ospedale sono terribili. Un’operatrice sanitaria mi ha raccontato che il Nosocomio di Cremona sta modificando la sua struttura, nel senso che i reparti destinati tradizionalmente ad altre patologie si stanno preparando ad accogliere gli infetti, gli altri degenti vengono dirottati in strutture private. Nell’arco di una notte sono arrivate 100 persone affette da polmonite. Anche le forze dell’ordine hanno aiutato a regolare il flusso di pazienti in attesa nel triage.”
Quanta voglia c’è di tornare alla cosiddetta normalità?
“Il numero degli infetti sta crescendo, ma penso che se tutti osserviamo le disposizioni del Governo, evitando di uscire o per lo meno uscendo solo lo stretto indispensabile, nell’arco di una decina di giorni il numero dei guariti supererà il numero di chi si ammala. E’ l’augurio che voglio fare, perché stiamo vivendo una situazione irreale. Cremona è una città di provincia, spesso le persone si lamentano, ma in questo periodo tutti si stanno comportando molto bene, osservando scrupolosamente le norme restrittive.”
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