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Mirri: “Porto il Palermo in A, poi potrei pensare a vendere”

Dario Mirri: “Progetto Palermo sempre più solido e non cerco soci”
“Di Piazza sapeva quali erano i ruoli e le competenze Si vede che ha cambiato idea ma sono pronto a comprare e sue azioni”.
“Sono un imprenditore, se ho messo sette milioni è perché spero di farne settanta”.
“Il club in A varrà 150 milioni e allora potrò pensare di vendere”
“La vicenda stadio fa male, ma se qualcuno pensa di far politica sul Palermo sbaglia. Il centro sportivo a Piana, Torretta oppure Monreale”

Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola.

L’intervista di Massimo Norrito con il presidente rosanero Dario Mirri di cui vi riportiamo qualche passaggio:
“Abbiamo ritrovato quella dignità che ci era stata tolta. Dallo Zamparini degli ultimi tempi sino ad arrivare a Tuttolomondo passando per gli inglesi, tutti avevano tolto la dignità a noi tifosi e alla nostra squadra del cuore. Oggi abbiamo una dignità di persone oneste e trasparenti che vogliono bene al Palermo. Oggi, qualunque cosa faccio da presidente, la faccio per il bene del Palermo.
Come tifoso e come imprenditore perché per me il Palermo è la mia squadra del cuore, ma è anche un investimento , una impresa… Abbiamo una forza economica che in C non ha nessuno e che in B hanno in pochi. Il nostro capitale sociale non solo è stato versato, ma i soldi sono in cassa e non sono virtuali… ho sentito molto la pressione di quello che andavamo a fare. Avevo paura di non fallire davanti ai tifosi, alla città e alla mia famiglia. Non andare in C sarebbe stato un vero fallimento. Un disastro. Avevo tutto da perdere e per questo motivo la definisco storica».
Più che subito la serie B sarà fare il possibile per raggiungere la serie B.
Tra dovere vincere, come capitato in serie D, e potere vincere, come sarà in serie C, ne corre. Non voglio illudere la gente che è già stata troppe volte illusa. Ricordo quando qualcuno disse che il Palermo avrebbe lottato per lo scudetto. Io dico solo che proveremo e abbiamo una società forte e in grado di farlo… Di Piazza ha scritto per due volte che vende le sue quote. Io riconfermo che le sue quote le compro io. Lui ha chiesto una valutazione. I nostri legali sono al lavoro per questo… Non cerco nessun socio, ma come deve fare un buon imprenditore sono pronto ad ogni eventualità per il bene del Palermo. Però lo ribadisco: abbiamo soldi per andare avanti un anno senza nessun tipo di problemi.
Mi dispiace per i tifosi che sono quelli che soffrono, ma i problemi ci sono perché qualcuno li ha creati e perché ha ripensato agli accordi iniziali. È fastidioso per tutti, ma solo un fastidio e non una preoccupazione…
Ci sono tre ipotesi in ballo, ma io sono aperto ad altri suggerimenti. Se riusciamo a chiudere con uno di questi comuni sono pronto a partire anche domani. Abbiamo il progetto di massima con tre campi, palestre, club house per i nostri calciatori…. Io, in un anno ho messo nel Palermo sette milioni tra gli stipendi della vecchia società e i soldi del nuovo club. Non so se l’ultimo Zamparini può dire di aver fatto altrettanto. Il mio obiettivo è imprenditoriale. Se metto sette milioni ne voglio raccogliere settanta. Non sono un benefattore. Nel calcio di oggi nessuno butta i soldi. Dopo un anno sono sempre più convinto che il Palermo sia una grande opportunità… La società in A varrà come minimo 150 milioni e forse allora potrò decidere di venderla”
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