Un fulmine a ciel sereno, o nuvoloso per meglio dire, in una situazione già complicata e caotica: la cessione delle quote del Calcio Catania, diventa una questione davvero ingarbugliata.
Ieri un’indagine della Procura etnea ha portato all’arresto di Antonio Paladino, commercialista e socio della Sigi, comitato che corre per l’acquisizione del Catania. Paladino che, secondo quanto riporta la Gazzetta, nell’organigramma figura in qualità di vicepresidente vicario. E’ stato accusato, insieme ad altri professionisti, di aver dato corpo “ad un’associazione a delinquere finalizzata a perpetrazione di reati tributari“.
Il comitato ha quindi programmato una riunione immediata che si è protratta per 4 ore. Al termine del confronto Fabio Pagliara ha riassunto così il tutto: “I soci si sono dati 48 ore di tempo per riflettere sul modo di aumentare gli sforzi economici. Ci vedremo lunedì per tracciare una linea definitiva. Verrà fatto l’organigramma, un nuovo Cda e formato un nuovo collegio sindacale“.
Sulla propria candidatura al bando la risposta è stata questa: “I soci decideranno lunedì se ufficializzare la candidatura. C’è una volontà unanime di continuare. Nessuno oggi si è tirato indietro. Lunedì si rivedranno per capire se lo sforzo sarà sufficiente per la partecipazione al bando in modo adeguato. Il piano industriale è blindato, non dipendeva dalle figure dei commercialisti, semmai ci saranno le modifiche per migliorarlo“.
Ma inutile nascondere che quest’arresto complica notevolmente le cose in casa Catania, e a confermarlo è lo stesso Zuccaro, procuratore capo etneo: “Questo arresto rischia di complicare la trattativa per l’acquisizione del Catania“.
A pagare sono sempre i tifosi, quelli che speravano che il peggio fosse passato, che la svolta in positivo fosse finalmente arrivata, e adesso sono con il fiato sospeso in attesa di conoscere il destino della loro squadra del cuore.
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