Il Livorno è morto, ma gli assassini si conoscono da settimane. Lega Pro all’anno zero: così non si può…
Questo il titolo di un interessante editoriale di Nicolò Schira su Tuttomercatoweb.
Neanche il tempo di seppellire il Trapani e c’è già un altro cadavere all’orizzonte del cimitero della Lega Pro. Quello del Livorno il cui assassinio era nell’aria da mesi. Una crisi societaria acuitasi con l’addio dello storico patron Aldo Spinelli…
L’articolo parte dallaprofonda crisi del Livorno, dal passaggio delle quote dallo storico Spinelli a CereaBanca, su cui già da qualche settimana si erano evidenziate perplessità e dubbi.
L’istituto bancario veronese lunedì ha deciso di non ottemperare alle proprie pendenze (650mila euro) in merito alle fideiussione da accendere per pagare dipendenti, evitare penalizzazioni e sbloccare l’acquisto degli 8 calciatori già a Tirrenia e in attesa di essere tesserati, si legge nell’articolo che tuttavia punta a sottolineare un fatto importante che accomuna diverse società passate di mano e poi tragicamete finite.
Un Trapani bis che rende il 2020 un annus horribilis per il calcio italiano alle latitudini della terza serie. Dal “Mai più casi Modena” pronunciato a gran voce nel 2017 si è passati ai tragici epiloghi di Matera e Pro Piacenza fino ai giorni nostri con Trapani (già out) e Livorno (fortemente a rischio). Tradotto: servono regole ancor più stringenti al momento delle iscrizioni ai campionati e bisogna vigilare – come accade in Inghilterra – su coloro che entrano nelle società e acquistano quote e pacchetti di maggioranza.
La serie C non può permettersi di fare continuamente notizia per fallimenti di squadre e campionati lasciati monchi. Ogni volta si urla che sarà l’ultima volta ma purtoppo non lo sarà perchè, scrive Schira, iniziano già ad arrivare spifferi di prime difficoltà per altri 2 club, che rischieranno di non avere la forza per andare oltre il girone d’andata. Vigileremo, come sempre. Si salvi chi può….
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