Umberto Calcagno, presidente dell’Aic, è intervenuto ai microfoni dell’Ansa per parlare della crisi che sta investendo il mondo del calcio e come essa va affrontata, cosa è andato storto e cosa rischia di crollare inevitabilmente:
“Siamo di nuovo alle prese con il Covid anche all’interno del nostro mondo. Il settore dilettantistico e il settore giovanile stanno già scontando grandi restrizioni che rischiano di far collassare lo sport di base, consapevoli che anche il mondo professionistico non sarebbe in grado di reggere altre chiusure.
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Sembriamo incapaci di una seria riflessione per cogliere i cambiamenti strutturali che servono; manca uno sguardo critico sul passato che ci permetta di cambiare le prospettive sul futuro – aggiunge -. I problemi di oggi hanno una matrice ben più lontana dell’emergenza Covid, che ha messo a nudo le debolezze del nostro mondo. Oggi lamentano difficoltà i club di A, di B e Lega Pro, a testimonianza che nello sport c’è necessità di un’idea di sostenibilità e sviluppo che non può più prescindere da un’adeguata redistribuzione delle risorse. Non sono bastate le richieste di intervento al Governo; siamo fiduciosi che siano riconosciuti contributi per chi svolge attività dilettantistica e provvedimenti fiscali a sostegno delle società professionistiche“.
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“Nel frattempo – sottolinea – Federazione e Leghe continuano a interrogarsi sul futuro, limitando la disamina del problema alle solite questioni inerenti il taglio degli stipendi, una soluzione comoda e populista, utile a distogliere l’attenzione. È necessario ragionare – conclude – su una diversa distribuzione delle risorse quale base della riforma del calcio, un nuovo patto sulla sostenibilità accompagnato da norme più rigide in sede di ammissione ai campionati e nei controlli stagionali”.
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