Il calcio, come ben si sa, è fatto di situazioni; qualcuno direbbe che è uno sport situazionale. Ci sono delle volte in cui queste sono favorevoli nei confronti di una squadra, e altre volte in cui, invece, sono contrarie alle sorti di quella stessa compagine sportiva.
Il Palermo da quando è iniziato il campionato di Serie C ha vissuto una serie di situazioni alquanto dubbie sotto l’aspetto arbitrale. Prima di procedere, però, è doverosa una premessa: se la squadra rosanero in dodici partite disputate ha perso la bellezza di 20 punti, la causa va ricercata soprattutto all’interno dello stesso club siciliano. Dunque, non è intenzione di chi scrive trovare attenuanti o giustificazioni ad alcuni risultati deludenti a cui sono andati incontro gli uomini allenati da Roberto Boscaglia.
Detto ciò, non si può comunque ignorare l’influenza che ha avuto la direzione arbitrale nel corso di numerosissimi match del Palermo. Sebbene, come si è soliti dire, nel corso di una stagione le situazione favorevoli e sfavorevoli tendono a coincidere, fino a questo momento la conta dei torti subiti è nettamente superiore rispetto agli “aiuti” ricevuti.
“AIUTI” RICEVUTI
Per mostrare buona volontà partiamo dagli episodi arbitrali favorevoli alla squadra rosanero. Il primo è stato riscontrato nel corso di Ternana-Palermo al 51′, quando c’è un rigore dubbio non assegnato agli umbri per una spinta di Marconi su Partipilo; il secondo e il terzo riguardano entrambi la stessa partita, Juve Stabia-Palermo: al 68′ rigore non assegnato ai padroni di casa per un tocco con la mano di Manuel Peretti, 82′ rigore non fischiato ai campani per un movimento col braccio da parte di Andrea Accardi. Questi tre episodi sono, in base a ciò che abbiamo raccolto, le uniche nette situazioni favorevoli capitate ai rosa in 12 giornate di campionato.
TORTI SUBITI
Sulla conta dei torni subiti la lista è decisamente più lunga. Iniziamo con Ternana-Palermo, al 43′ rigore negato per un tocco di mano da parte del difensore delle Fere. Il secondo e il terzo sono accaduti nel corso di Catanzaro-Palermo: al 48′ con la seconda ammonizione generosa nei confronti di Jeremie Broh, e al 72′ rigore più che dubbio per i padroni di casa per una spallata di Crivello sul calciatore calabrese, l’espulsione che ne consegue è frutto della totale invenzione arbitrale.
Passiamo al derby contro il Catania, al 52′ rigore dubbio non assegnato al Palermo per un tocco della palla sul gomito di un calciatore etneo a seguito di un cross di Saraniti, e successivamente gli etnei agguantano il pari con fallo di mano di Pecorino non ravvisato dal direttore di gara. La successiva partita casalinga contro la Paganese ha visto i rosa negarsi un rigore per un calcione ricevuto da Mamadou Kanoute in area avversaria al 70′.
Uno degli episodi più iconici dei torti subiti dai rosa riguarda Palermo-Turris: al 9′ rigore negato per una netta trattenuta da parte del capitano dei campani Di Nunzio a scapito di Andrea Saraniti. Durante Palermo-Viterbese, però, accadono gli episodi maggiormente clamorosi dall’inizio della stagione: al 32′ calcio di rigore negato al Palermo per una scivolata scomposta di un avversario su Nicola Rauti, al 50′ clamoroso calcio di rigore non dato al Palermo con conseguente espulsione per Manuel Ferrani, che placca e sfila la maglietta di Andrea Saraniti impedendogli di segnare, al 71′ intervento folle di Simonelli su Alberto Almici, l’arbitro nemmeno ammonisce il giocatore, che probabilmente avrebbe meritato l’espulsione.
IL BILANCIO ARBITRALE
È palese che fino a questo momento i siciliani sono stati nettamente sfavoriti da situazioni dubbie che gli arbitri non hanno gestito nel migliore dei modi. Sia chiaro: il ruolo del direttore di gara è abbastanza delicato, e bisogna avere un grande rispetto nei confronti di una categoria che comunque svolge un ruolo fondamentale e difficilissimo. Ma come si pretende massimo impegno e serietà da parte dei calciatori che scendono in campo, è doveroso volere altrettanto da parte della quaterna arbitrale, che spesso fino a questo momento non è stata all’altezza di una categoria in cui giocano dei professionisti. Nessuno vuole dei “favori” che riequilibrino la situazione, giacché un ragionamento del genere va oltre ogni logica sportiva, al contrario ci si aspetta esclusivamente che venga dato al Palermo ciò che gli spetta e si guadagna sul campo.
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Purtroppo un arbitro come quello di Palermo-Monopoli non si trova tutte le domeniche e mercoledì.